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Anarchia – la notte del giudizio – Recensione

Un horror ambientato in un futuro oscuro, dove la violenza è autorizzata ad esplodere una volta all’anno

Regia: James DeMonaco – Cast: Frank Grillo, Michael K. Williams, Zach Gilford, Carmen Ejogo, Kiele Sanchez, Zoe Soul, Nicholas Gonzalez – Genere: Horror, colore, 104 minuti – Produzione: USA, 2014 – Distribuzione: Universal Pictures Data di uscita: 23 luglio 2014.

anarchia-la-notte-del-giudizio-locLa trama di “Anarchia – la notte del giudizio” si sviluppa a partire dallo stesso evento di cui erano stati protagonisti i personaggi del precedente film di James DeMonaco, “La notte del giudizio”, ovvero la cosiddetta notte della “Purificazione”.

Le vicende si svolgono, infatti, esattamente un anno dopo quelle rappresentate nel film con protagonista Ethan Hawke, nella notte tra il 21 e il 22 marzo 2023, data in cui il governo americano, guidato dai Nuovi Padri Fondatori, autorizza la sospensione dei diritti civili per 12 ore, autorizzando di fatto ogni tipo di crimine.

Nelle ore che precedono l’evento vediamo lo sviluppo di tre storie distinte, che sono inevitabilmente destinate ad intrecciarsi.

Eva e sua figlia Cali sono pronte a barricarsi in casa, nella speranza di proteggersi da ciò che avverrà quella notte; Shane e Liz si stanno affrettando a tornare a casa in auto prima dell’inizio dello Sfogo e un misterioso uomo di nome Leo sembra determinato a compiere la sua vendetta.

Le cose però non andranno affatto come programmato dai cinque protagonisti, che si ritroveranno uniti a lottare per la sopravvivenza, tentando di sfuggire ai numerosi e imprevedibili pericoli che li circondano: dall’esercito che stermina gli abitanti delle case popolari, alle bande che catturano e vendono le persone ai ricchi che vogliono purificarsi.

Lo Sfogo annuale, presentato come l’unica soluzione possibile ideata dal governo per mantenere il tasso di criminalità sotto l’1%, si rivela essere un espediente per giustificare le uccisioni del ceto più basso, in una realtà manipolata dal governo e dalle classi più agiate.

Dal punto di vista narrativo la trama è coinvolgente e carica di suspense, mentre l’atmosfera di guerriglia urbana è simile a quella creata da Carpenter in “Distretto 13- Le brigate della morte”.

Il futuro distopico e tendente all’apocalittico descritto nel film, è certamente un elemento di disturbo per lo spettatore che viene messo davanti ad una realtà inaccettabile che, portandola all’estremo, vuole far prendere coscienza della crudeltà di cui può essere capace l’essere umano.

La disparità tra le classi sociali, la cadenza annuale dell’evento di crudeltà autorizzata, unite all’atteggiamento di distacco emotivo con cui i ricchi partecipano e assistono all’evento, come fosse un qualunque altro modo per intrattenersi e divertirsi, richiama invece quanto già visto nella saga di “Hunger Games”.

Con questo sequel DeMonaco introduce e sviluppa degli aspetti e delle tematiche a cui aveva in parte già accennato in “La notte del giudizio”, lasciando però ancora nuove questioni in sospeso, a conferma del fatto che questo è solo l’inizio di quello che potrebbe svilupparsi come una vera e propria saga.

Giorgia Persechini

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