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Amate Sponde: uno sguardo a 360° sul nostro paese

Fa parte della sezione “Free Style” della 17° edizione della Festa del Cinema di Roma il documentario/installazione artistica di Egidio Eronico dal titolo “Amate sponde”.

Amate sponde: un flusso di immagini incredibili

Amate sponde recensione

Il regista, che ha già una solida carriera costruita negli anni nel campo del documentario, propone allo spettatore uno strano oggetto carico di fascino e magia per lo spettatore. Si inizia con la vista della terra dal satellite con le voci lontane degli astronauti della Nasa per approdare a tutti gli elementi dal fuoco all’acqua.

Le colate laviche dei vulcani si alternano al mare. Non c’è testo, ma tanta musica che si va a sincronizzare perfettamente con il flusso delle immagini della natura e dell’uomo che crede di essere il padrone della stessa. E sì, perché il regista, architetto militante, non mostra solo il lato piacevole del Belpaese, ma anche tutte le brutture e i mostri che noi abbiamo creato. I paesaggi marini, con piccoli pescatori ripresi in primo piano, vivono in porti con grandi navi container e/o vicino immensi stabilimenti industriali a dir poco inquinanti. Lo sviluppo sostenibile appare, secondo Eronico, una chimera. Non a caso “Amate Sponde” gode del patrocinio del Cnr, di Legambiente, della Società geografica italiana e dell’Istituto di astrofisica.

Una visione poetica del disastro italiano ambientale

“Amate sponde” è un viaggio per immagini di grande qualità dal Piemonte al Trentino, dal Veneto alla Sardegna e alla Sicilia.E’ stato sostenuto, infatti, da ben sette film commission regionali.

Il regista ci ricorda che siamo entrati definitivamente dell’era dell’Antropocene che viene definita come quella in cui l’ambiente terrestre è totalmente condizionato su vasta scala dall’azione dell’uomo con conseguente concentrazione di CO2 e CH4 nell’atmosfera. Questo è palese negli enormi capannoni industriali abbandonati e nelle coste marine costruite in eccesso da sempre.

Un discorso a parte è quello relativo all’uomo. Eronico non mostra gente e paesaggi da cartolina ma gli ultimi del mondo come gli homeless della Stazione Tiburtina di Roma e i migranti aiutati vicino la stessa dal Centro Baobab. Anche San Pietro è mostrata dall’autore dal punto di vista dei più poveri.

Il doc gioca sui contrasti: a gente che fa fitness vengono alternati lavoratori precari in baracche senza nessuna misura di sicurezza. Un discorso a parte va fatto per la colonna sonora firmata da Vittorio Cosma, che è un tutt’uno con le immagini ad alta definizione di Sara Purgatorio.

“Amate Sponde”, è un piccolo capolavoro onirico da gustare, che potrebbe a prima vista sembrare non di facile fruizione. Ma è invece un trip magico in cui perdersi.

Ivana Faranda

 

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