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Alexander – Recensione

Kolossal firmato da Oliver Stone ed interpretato da Colin Farrell sulle gesta di Alessandro Magno, il re macedone che riuscì ad unificare sotto di lui tutto il mondo allora conosciuto

Regia: Oliver Stone – Cast: Colin Farrell, Angelina Jolie, Anthony Hopkins, Val Kilmer, Jared Leto, Rosario Dawson, Jonathan Rhys-Meyers – Genere: Storico-Drammatico, colore, 171 minuti – Produzione: USA, 2004 – Distribuzione: Warner Bros – Data di uscita: 14 gennaio 2005.

alexanderOliver Stone con il kolossal “Alexander” ripercorre la vita del più celebre condottiero di tutti i tempi, Alessandro “il grande”, re di Macedonia.

Il film mostra allo spettatore, con una discreta fedeltà storica, che solo a tratti cede alla mania prettamente americana di romanzare gli avvenimenti, le vicende che interessano Alessandro, trovatosi, ancora giovanissimo, per l’inaspettata morte del padre Filippo II, a capo della Macedonia. Il sogno di Alessandro, maturato con gli insegnamenti di Aristotele, è di unificare in un grande regno, da lui guidato, tutte le terre fino ad allora conosciute. E per questo sogno, che realizza (cadranno sotto di lui il 94% delle terre allora conosciute), sacrifica tutta la sua vita. Non accontentandosi di sottomettere le terre conquistate, cerca di far assimilare ai popoli la cultura macedone e viceversa, favorendo i matrimoni tra i suoi luogotenenti e le principesse straniere, rendendo in questo modo i sovrani spodestati ancora partecipi del potere.

La grande disponibilità economica ha permesso a Stone di girare delle scene di battaglia particolarmente intense e realistiche, che mostrano come in quei tempi, lontani da bombe stupidamente intelligenti, la lotta era condotta corpo a corpo, la tattica militare decretava la vittoria o la sconfitta di un esercito.

Le ambientazioni cupe, i dialoghi spesso lenti ma intensi, una macchina da presa che indaga anche sugli arredi, riprodotti con dovizia di particolari, concede a chi guarda un coinvolgimento umano difficile da riscontrare in altri film di genere.

Il coraggio di Stone di trattare con naturalezza l’omosessualità di Alessandro ha fatto storcere il naso a molti bigotti, ma è risaputo che a quei tempi era una condizione diffusa, soprattutto nell’esercito. Ci furono rami dell’esercito formati da soli omosessuali che combattevano a coppie, fianco a fianco del proprio amato; in questo modo i generali si assicuravano una grande determinazione in battaglia, per la cura che ogni soldato aveva nei confronti del proprio compagno.

La narrazione lasciata al ruolo di Anthony Hopkins, che interpreta Tolomeo, fa da collante ad una storia che altrimenti potrebbe apparire frammentaria. Se è buona la scelta di Colin Farrell, credibile nei panni del condottiero, non si può dire altrettanto per la Jolie nei panni di Olimpiade, madre di Alessandro, oltre che anagraficamente inadatta (non basta una ciocca di capelli bianchi per invecchiare un’attrice) offre un’interpretazione alquanto scialba, al di sotto delle sue possibilità.

Come spesso accade il regista è stato un po’ troppo pietoso in fase di montaggio, proponendo un film che, data la complessità del racconto, sarebbe stato maggiormente godibile più breve, soprattutto per chi è a digiuno di storia.

Maria Grazia Bosu

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