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After Earth – Recensione

La traballante e poco convincente avventura solitaria di un adolescente in una Terra futuristica e inospitale

Regia: M. Night Shyamalan – Cast: Will Smith, Isabelle Fuhrman, Zoë Kravitz, Jaden Smith, Sophie Okonedo – Genere: Fantascienza, colore, 100 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Warner Bros Italia – Data di uscita: 6 giugno 2013.

after-earthCypher e Kitai sono gli unici sopravvissuti dell’equipaggio di un’astronave che, trovatasi catapultata nel bel mezzo di una pioggia di meteoriti, precipita sulla Terra, pianeta ormai disabitato da tempo poiché non più adatto alla vita del genere umano. Nello schianto Cypher resta gravemente ferito alle gambe e, incapace di muoversi, affida al figlio Kitai il compito di recuperare il sonar, finito a 100 chilometri di distanza dal punto in cui si trovano, unica possibilità di inviare un segnale d’aiuto verso casa. In questo pericolosissimo percorso il ragazzo sarà virtualmente scortato dal padre, esperto ufficiale dell’esercito, abituato a situazioni similari, che lo osserva costantemente tramite una telecamera e può comunicare con una tecnologia audio avanzata. I due che, nonostante siano padre e figlio, si conoscono appena, riusciranno a collaborare quando dalla cieca fiducia l’uno dell’altro dipenderà la loro stessa vita?

Prodotto da mamma Jada Pinkett Smith e dallo zio Caleeb Pinkett, nato da un soggetto di papà Will Smith, “After Earth” segna il vero e proprio esame sul grande schermo del quattordicenne Jaden Smith. In coppia col padre lo avevamo già visto nel 2006 in “La ricerca della felicità”, ma questa volta Will Smith sceglie di ritagliarsi un personaggio statico, se ne sta in disparte, dando la possibilità al suo ragazzo di cimentarsi in un ruolo da protagonista assoluto all’interno della mega-produzione di un blockbuster di fantascienza.

Jaden Smith sembra essere naturalmente a suo agio davanti la macchina da presa, è credibile e fronteggia bene il ruolo di Kitai che lo costringe a confrontarsi solo con la natura selvaggia per la maggior parte del tempo, senza la possibilità di interagire con altri attori.

Peccato, però, che la pellicola abbia delle basi pericolosamente instabili su cui poggiare anche la migliore delle interpretazioni. La trama estremamente semplice, prevedibile e per nulla accattivante non è affatto aiutata nella resa sullo schermo dalla sceneggiatura carica di ripetizioni, imperfezioni ed elementi decisamente poco credibili.

La regia non è male e, insieme ad una valida fotografia, permette allo spettatore di calarsi bene nell’ostile Terra futuristica, tanto diversa dalla nostra. Gli scenari naturali sono al contempo estremamente affascinanti e inquietanti e suggeriscono nel pubblico il terrore per i pericoli che possono nascondersi nell’oscurità di una foresta ma anche la meraviglia per la maestosità dei paesaggi. Interessante la scelta di alternare il punto di vista esterno e onnisciente della macchina da presa tradizionale a quello della telecamerina appostata sulla tuta di Kitai che rimanda le immagini a Cypher, costretto nei resti dell’astronave. Purtroppo però non è nulla di nuovo perché negli ultimi anni abbiamo visto e stravisto mixare la ripresa tradizionale a immagini della steady-cam. Anzi, lo stesso utilizzo di questa tecnica è stato presentato giusto un paio di mesi prima dell’uscita di “After Earth”.

È impossibile non pensare al recentissimo “Oblivion”. Anche quel film è ambientato in un futuro lontano in cui la Terra è diventata tossica e inospitale per gli esseri umani. Anche in quel caso il protagonista si trova spesso a sostenere lunghe scene nella solitudine più assoluta. Anche lì una collega lo monitora costantemente da un punto lontano e comunica tramite potenti tecnologie audio. Persino i costumi sono estremamente somiglianti.

La visione di “After Earth” non è tediosa, ma neanche coinvolge e appassiona. Se non si hanno grandi pretese, le scene d’azione ben fatte, gli effetti speciali di alto livello e le ambientazioni affascinanti vi intratterranno quanto basta a passare 100 minuti senza pensieri. Chi però nella vita ha visto un paio di film di fantascienza validi non si aspetti di più: nulla vi resterà a fine visione, dalle massime trite e ritrite sul coraggio e la paura al Will Smith teso e sottotono che interpreta Cypher.

Corinna Spirito

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