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Aeon Flux – Recensione

Una sceneggiatura scritta con i piedi è alla base di questo film di fantascienza con una bellissima e acrobatica Charlize Theron

Regia: Karyn Kusama – Cast: Charlize Theron, Marton Csokas, Jonny Lee Miller, Sophie Okonedo, Amelia Warner – Genere: Fantascienza, colore, 95 minuti – Produzione: USA, 2006.

aeon-flux“Aeon Flux” è un film del 2006, diretto da Karyn Kusama con Charlize Theron.
Tratto da una serie di animazione creata da Peter Chung per MTV, alla sua uscita il film ha scatenato non poche critiche.

Effettivamente, le doti artistiche e acrobatiche della bellissima Charlize sono inserite in una sceneggiatura a dir poco incoerente. Ambientato nel 2415, la Terra è stata colpita da una dilagante epidemia e i pochi superstiti vivono in un’unica città, Bregna, circondata da alte mura che la separano dall’esterno e controllata dal tiranno Trevor Goodchild. In una società apparentemente utopica in cui tutto sembra funzionare alla perfezione, un gruppo di rivoluzionari incaricano Aeon Flux di rovesciare il governo uccidendo Goodchild.

La sceneggiatura oltre ad essere piena di colossali incongruenze, dimentica i personaggi e gestisce in maniera cotica la narrazione attraverso dialoghi banali e insipidi, spezzandola con qualche scena d’azione montata qua e là. Per non parlare degli innumerevoli richiami letterari e cinematografici: dal libro di Orwell “1984” alle scene d’azione stile “Matrix” all’ideale dell’eroina in calzamaglia di guaina di “Underworld”. Purtroppo però si tratta di riferimenti di cui la regista non è riuscita a rendere omaggio piuttosto ha finito col denigrarne la loro decisamente migliore qualità.

Ovviamente il film non ha solo difetti: se la sceneggiatura risulta risibile e incongruente, c’è da dire che il punto di forza di questa produzione riguarda l’aspetto formale dato dalla fotografia, dalla scenografia e soprattutto dai costumi, fedeli all’opera originaria di Peter Chung. Il direttore della fotografia Stuart Dryburgh gioca fra toni caldi e freddi, interni ed esterni con richiami a diverse correnti artistiche, fra cui la Bauhaus. L’utilizzo degli effetti speciali oltre alle scene d’azione, è ben utilizzato per la ricostruzione del mondo di Bregna che ricorda molto i film di fantascienza anni ’70. Infine c’è Charlize Theron: bellissima anche nelle tonalità dark e formidabile nelle acrobazie.

Purtroppo il genere, un misto tra l’action movie e l’horror fantascientifico, condivide sempre più elementi con l’universo dei videogames e con quello dei cartoni animati, riducendo enormemente il target di ammiratori, circoscritto forse più agli amanti del joystick che del cinema.

Silvia Caputi

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