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Adèle e l’enigma del faraone – Recensione

Luc Besson dirige una pellicola d’avventura ispirata ad un personaggio dei fumetti creato da Jacques Tardi

(Les Aventures Extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec) Regia: Luc Besson – Cast: Mathieu Amalric, Louise Bourgoin, Gilles Lellouche, Philippe Nahon, Frédérique Bel, Jean-Paul Rouve, Eric Naggar, Swann Arlaud, Christophe Dimitri Réveille – Genere: Avventura, colore, 105 minuti – Produzione: Francia, 2010 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 15 ottobre 2010.

adele-e-l-enigma-del-faraone“Adèle e l’enigma del faraone” è il primo episodio di una trilogia in cui Besson porta sul grande schermo le avventure di Adèle Blanc-Sec, eroina dei fumetti, nata dalla fantasia di Jacques Tardi alla fine degli anni settanta. Questo primo capitolo, che ha il sapore dei film d’altri tempi – pulito, mai volgare, mai ambiguo, lineare nello svolgimento, ma con un ritmo assolutamente privo di tempi morti – non lascia allo spettatore spazio alle pause, coinvolgendolo per tutta la durata del racconto.

Il regista francese in questi ultimi anni ha decisamente trovato nuovi stimoli professionali con la realizzazione di pellicole che narrano storie adatte ad un pubblico più ampio, che coinvolgano anche i più piccoli. Dopo le avventure di ‘Arthur’ il suo pubblico troverà di certo entusiasmanti anche le avventure di Adèle. La storia, ambientata ad inizio secolo, mostra una Parigi retrò molto affascinante, che fa da cornice a vicende fantastiche ricche di humor, con personaggi simpatici a prima vista, che ci fanno immergere completamente nelle loro vicissitudini.

Louise Bourgoin, che ha iniziato la sua carriera leggendo le previsioni del tempo a Canal+, si dimostra interprete brava e versatile, incarna bene lo spirito di Adèle, le dà quella giusta dose di coraggio e simpatia, di sfrontatezza e furbizia, rendendo il personaggio amabile. Per una volta poi, al centro delle imprese non ci stanno uomini muscolosi, o archeologi affascinanti, bensì una donna intelligente, atletica, nonostante i vestiti dell’epoca siano poco comodi, femminile e mascolina contemporaneamente, scrittrice e giramondo, che non rimanda mai a domani ciò che può fare oggi, con una sorella di cui curarsi, che ama profondamente.

Tardi, che dice di essersi ispirato allo spirito di Friz Lang e a Jules Verne per le avventure di Adèle, aveva immaginato, prima ancora di Jurassic Park, uova di pterodattilo che si schiudono, e lotte tra cercatori di antichi tesori, precedendo Indiana Jones. Il film scorre veloce, tra i tanti travestimenti che deve adottare la protagonista per raggiungere i suoi scopi, scienziati un po’ pazzerelli, poliziotti un po’ goffi ma efficienti, mummie, che non possono mancare in un film del genere, inseguimenti all’orto botanico, cacciatori che hanno raggiunto la fama con coraggiose gesta in esotici safari, e tanto altro, in una girandola di colpi di scena e battute divertenti.

Bello il montaggio, i costumi e il trucco, che, per molti attori, ha significato anche cinque ore di preparazione prima di poter lavorare sul set. Segnaliamo il personaggio di Caponi, il più simpatico a parer nostro, interpretato da Gilles Lellouche. Besson propone un primo capitolo ben fatto, che otterrà il consenso del pubblico.

Maria Grazia Bosu

Adèle e l’enigma del faraone – Recensione

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