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Adam – Recensione

Romanticismo, ironia e drammaticità per raccontare l’amore tra un ragazzo con la sindrome di Asperger e una maestra d’asilo

Regia: Max Mayer – Cast: Hugh Dancy, Rose Byrne, Peter Gallangher, Amy Irving, Frankie Faison, Mark Linn-Baker, Ursula Abbott, Karina Arroyave, Maddie Corman, Adam LeFevre, Haviland Morris, Susan Porro, John Rothman, Terry Walters, Bill Dawes – Genere: Commedia, Drammatico, Sentimentale, Colore, 99 minuti – Produzione: Olympus Pictures, Serenade Films, USA, 2009 – Distribuzione: 20th Century Fox – Data di uscita: 14 maggio 2010.

adamIl giovane Adam ha appena perso il padre ed è un “geek” ovvero una sorta di “nerd informatico”. In realtà le cose sono molto più complesse di come appaiono. Infatti il protagonista di “Adam”, ultimo film di Max Mayer, soffre della sindrome di Asperger, una forma di autismo molto particolare. Che accadrà quando incontrerà la nuova vicina di casa? Tutto può succedere nella Grande Mela, anche di trovare non il principe azzurro ma “Il piccolo principe”, che è il buffo e tenero Adam appassionato guarda caso di astronomia. Sarà proprio questo ad attrarre Beth, maestra d’asilo e scrittrice per bambini delusa dall’amore.

Intorno a loro una città con gente che corre e non sempre è felice. Come il padre di lei, coinvolto in una truffa e la madre che si scopre tradita. Scopriamo poco alla volta le qualità speciali di Adam, molto più intelligente della media ma incapace di comunicare con gli altri. Del resto, sembra che soffrissero di Asperger geni del calibro di Albert Einstein, Churchill, Newton e parzialmente lo stesso Bill Gates per sua ammissione.

In contemporanea assistiamo al rapporto che cresce tra i due, nonostante i dubbi degli altri e le difficoltà da affrontare. Quello che salta comunque agli occhi è l’innocenza del protagonista che riesce a confessare che “il re è nudo” senza vergognarsene, anche se non è più un bambino, e più tardi a dire “ti amo” alla sua compagna. La voglia di amare di due trentenni a New York, con il problema dell’handicap in più, viene raccontata nel piccolo film che tanto successo ha riscosso all’ultimo Sundance Festival.

Non è la prima volta che il cinema affronta il tema della malattia psichica, con alterni successi, ma questa volta il tutto è condito da una spruzzata di romanticismo. Max Mayer sceglie un approccio a tratti ironico per un argomento di non facile lettura e molto lo aiutano i due protagonisti Adam/Hugh Dancy e Beth/Rose Byrne.

Ivana Faranda

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