Eco Del Cinema

Act of Valor – Recensione

Act of Valor: l’avvincente trasposizione cinematografica di una storia realmente accaduta

Regia: Mike McCoy, Scott Waugh – Cast: Roselyn Sanchez, Emilio Rivera, Jason Cottle, Nestor Serrano, Gonzalo Menende, Ailsa Marshall, Alex Veadov, Drea Castro, Alexander Asefa, Sonny Sison – Genere: Azione, colore, 111 minuti – Distribuzione: USA, 2012 – Produzione: M2 Pictures – Data di uscita: 4 aprile 2012.

Act-of-valorDiretto in tandem da Mike McCoy e Scott Waugh, è un docu-film che vede tra gli interpreti veri Seals americani, le forze speciali d’èlite dell’esercito USA. Partendo da una pericolosissima missione in giro per il mondo dalle Filippine al Messico, il film racconta le vite pubbliche e private di questi supermen dell’esercito.

La storia prende ispirazione da una vicenda realmente accaduta, seppur molto liberamente, ed inizia con il rapimento di un agente della CIA sotto copertura ad opera di attivisti della Jihad islamica. A prescindere dal plot, peraltro molto ben costruito, quello che conta di più per i registi è l’analisi psicologica dei Seals. Ed è questo che differenzia “Act of Valor” da tutti gli altri film di guerra, oltre alle azioni spettacolari e assolutamente realistiche.

Tra i nove interpreti in divisa, ne spiccano due, intorno a cui ruota la vicenda: il militare d’alto rango Dave e il tenente colonnello Rorke. I due oltre che dall’appartenenza ai Seals sono uniti da una grande amicizia, nonostante la differenza di grado.

Il punto di forza della pellicola è proprio quello di non rappresentare dei “Terminator” senza personalità e umanità, bensì degli uomini che credono fortemente in quello che fanno. Al centro delle loro vite le loro famiglie che soffrono con loro, a cominciare dalle mogli sempre in pena quando i loro uomini sono in missione. Allo stesso tempo però, questa fiducia cieca ai valori della difesa della patria, rende la pellicola retorica e pesante. Anche se va detto a loro difesa che il trauma dell’11 settembre 2001 è ancora troppo recente per essere affrontato con lucidità e non bisogna dimenticare che questo è un film tarato per il mercato USA.

Nel corso della narrazione, McCoy e Waugh citano continuamente film di guerra cult, primo tra tutti “Apocalipse Now”, come nella scena del lancio della barca in acqua dall’alto con l’elicottero. Gli agguati e gli inseguimenti sono al cardiopalma e non lasciano tregua allo spettatore.

Di altissimo livello la fotografia realizzata con la nuovissima Canon 5D e le riprese più pericolose fatte dagli stessi interpreti con delle microtelecamere montate sugli elmetti. Molto meno convincenti, invece, le battute e i dialoghi, tra cui spicca un “sparare ai cattivi” quasi da cartoon. Perché, i buoni sono buoni e i cattivi, cattivi, senza alcuna sfumatura, com’è tipico del cinema americano.

Nel cast, oltre ai Seals assolutamente credibili, segnaliamo Jason Cottle, Nestor Serrano e Rosalyn Sànchez, l’unica eroina al femminile confinata in una parte importante virtualmente ma poco sviluppata nella narrazione. Cosa che non stupisce visto il target di riferimento palesemente maschile della pellicola. Il film, costato 12.000.000 di dollari, ne ha incassato il doppio in un solo weekend, che non a caso era quello del 17 febbraio giorno del “President’s Day” in USA. Mentre al contrario non è stato accolto bene dalla critica.

Ivana Faranda

Articoli correlati

Condividi