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Acrid – Recensione

Acrid: il film iraniano di Kiarash Asadizadeh evidenzia per l’ennesima volta la condizione delle donne in Iran, tema ormai molto ricorrente nella filmografia di quel paese

(Gass) Regia: Kiarash Asadizadeh – Cast: Sber Abar, Pantea Panahiha, Shabnam Moghadami, Mahsa Alafar, Roya Javidnia, Ehsan Amani, Mahana Noormohammadi, Sadaf Ahmadi, Nawal Sharifi, Mohammadreza Ghaffari – Genere: Drammatico, colore, 94 minuti – Produzione: Iran, 2013.

acridSoheila e Jalal sono una coppia di mezza età. La loro relazione è messa a dura prova dai comportamenti di Jalal. Azar è la segretaria dello studio di Jalal, anche lei con i suoi problemi col marito, Khosro, col quale ha avuto due figli, il quale ha una scuola guida e una relazione con Simin, una delle sue allieve, docente all’università. Le lezioni di Simin sono seguite da Mahsa, che ha una relazione sul futuro della quale ha dei dubbi.

Sono queste le premesse del film iraniano di Kiarash Asadizadeh, un’opera che lascia interdetti sul dove vada a finire e sul perché. Il tema della condizione della donna in Iran è qui trattato per l’ennesima volta come un tema problematico, ma non c’è certo bisogno di questi polpettoni  per far capire al mondo la criticità della situazione.

Il regista presenta al pubblico i suoi complessi personaggi, che per pura coincidenza o forse per destino, sono in qualche modo correlati. Infatti, è come se volesse comporre via via un cerchio, in cui il punto iniziale coincide con quello finale, grazie all’intreccio narrativo.

Ma la domanda che ci si fa alla fine è: perché?

Perché continuare a portare questi film ai festival? Forse proprio perché nessuno li vedrà mai?

Agli spettatori che andranno a vederlo, se mai uscirà nelle sale, l’ardua risposta.

Salvatore Cusimano

Email: scusimano@libero.it

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