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Il sentiero – Recensione

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Dalla regista Jasmila Zbanic, un’opera intensa sulla difficoltà dei rapporti affettivi in una Sarajevo postbellica, bella, viva ma che fa ancora molta fatica a districarsi tra religioni e integralismi vari

(Na putu) Regia: Jasmila Zbanic – Cast: Zrinka Cvitešic, Leon Luèev, Ermin Bravo, Mirjana Karanovic, Nina Violic, Sebastian Cavazza – Genere: Drammatico, colore, 100 minuti – Produzione: Austria, Germania, Croazia, Bosnia-Erzegovina, 2011 – Distribuzione: Fandango – Data di uscita: 27 gennaio 2012.

ilsentieroLuna e Amar, giovane coppia di innamorati, fanno del loro meglio per superare gli ostacoli inaspettati che minacciano la loro relazione. Luna perdona al marito le nottate passate a bere, ma Amar viene sospeso dal suo posto di lavoro. La coppia si trova di fronte ad altre difficoltà quando Amar trova conforto e lavoro in una comunità islamico – wahhabita e da lì in poi il loro solido rapporto inizia a vacillare tra mille incomprensioni e difficoltà.

Il secondo lungometraggio della Zbanic, dopo “GRBAVICA”, vincitore dell’Orso d’Oro alla Berlinale del 2006, è ambientato in una lucente Sarajevo, bella ma tormentata da un passato tragico, che ritorna sempre nei ricordi dei due protagonisti della storia.

La distanza crescente tra Luna e Amar, acuita dal dogma della religione così fanaticamente seguita e inseguita, fa riflettere sulla difficoltà di comunicazione, anche all’interno di una coppia solida, quando ci si mette di mezzo ogni forma di integralismo, religioso e non.

Ma il film, vista la gravosità dei tanti temi trattati (religione, famiglia, paternità/maternità), risente parecchio di una forma di lentezza che lo spettatore medio difficilmente può reggere fino alla fine, nonostante l’inizio spensieratamente “balcanico” prometta diversamente.

Salvatore Cusimano

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