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Il rosso e il blu – Recensione

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Film sincero e divertente che, però, non riesce a spiccare il volo, forse perché non aggiunge niente di nuovo al tema ‘scuola’ e si ferma ad un’analisi della sola superficie dei personaggi

Regia: Giuseppe Piccioni – Cast: Riccardo Scamarcio, Margherita Buy, Roberto Herlitzka, Nina Torresi, Elena Lietti, Davide Giordano – Genere: Drammatico, colore, 98 minuti – Produzione: Italia, 2012 – Distribuzione: Teodora Film, spazioCinema – Data di uscita: 21 settembre 2012.

ilrossoeilbluPiccioni porta sul grande schermo l’omonimo libro di Marco Lodoli, scrittore e insegnante (che per il titolo del libro si è ispirato al matitone bicolore col quale i professori correggono i compiti), dando un affresco di una scuola italiana alla deriva, composta da studenti svogliati e professori che hanno perso l’entusiasmo, con un supplente idealista che si discosta dalla massa, tutti guidati da una preside il cui interesse principale sembra quello di ricordare i limiti del ruolo e della sfera d’azione del corpo docente, che si può occupare solo delle questioni che si svolgono all’interno della scuola: il resto è appannaggio delle famiglie.

Da un contesto per sua natura corale, emergono le storie di singoli ragazzi, il loro rapporto con i professori, la famiglia, il mondo che li circonda, ma tutto appena sfiorato, come una fotografia sfocata dove si vede tutto e niente.

I tagli alla scuola, l’impoverimento del corpo insegnante, la mancanza dei servizi minimi, come la carta igienica o le fotocopie gratuite, sono argomento di grande attualità, ma il regista sceglie di non accendere i riflettori su tutto questo, evitando una vera analisi sociale.

Il film rimane gradevole, ma non lascia il segno: puntando l’attenzione su situazioni viste e riviste (la studentesse che ci prova col professore, il secchione che s’innamora della ragazza ‘bella e dannata’, e così via) finisce per annoiare, e lascia poco spazio al realismo. In una scuola che abbia una parvenza di veridicità e concretezza accanto a studenti svogliati e annoiati dovranno pur esserci alunni volenterosi. Sembra incredibile che per nessuno possa prospettarsi un futuro nel quale poter realizzare le proprie aspirazioni, e che l’età adulta sia solo un periodo in cui constatare il fallimento delle proprie ambizioni.

L’unico alunno in gamba è un ragazzo rumeno: troppo facile mostrare l’immigrato che si riscatta con lo studio.

Inquietante il discorso di una delle studentesse che si dice perplessa dalla voglia di meritocrazia del paese: e quelli che non meritano, come loro, che fine fanno? Sarebbe stato bello che qualcuno spiegasse che con impegno e fatica si arriva a meritare, ciascuno sfruttando il proprio talento.

In un cast variegato, dove Scamarcio e Buy fanno la loro parte, spicca l’interpretazione di Roberto Herlizka che, ruolo e storia a parte, illumina lo schermo con le sue qualità attoriali, l’intensità di ogni suo sguardo, di ogni suo gesto, un titano in mezzo a comuni mortali.

Gradevoli le interpretazioni degli studenti, molti alla prima prova davanti ad una macchina da presa; fra tutti interessante quella di Davide Giordano (impacciato figlio di Antonio Albanese in “Qualunquemente”), che dona al suo Brugnoli un qualcosa in più.

Maria Grazia Bosu

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