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Questo piccolo grande amore – Recensione

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Banale commedia sentimentale ambientata negli anni ’70, che ripercorre le sorti di un travagliato amore adolescenziale

Regia: Riccardo Donna – Cast: Emanuele Bosi, Mary Petruolo, Mariella Valentini, Daniela Giordano, Federico Galante – Genere: Sentimentale, colore, 110 minuti – Produzione: Italia, 2008 – Distribuzione: Medusa Film – Data di uscita: 11 febbraio 2009.

questo-piccolo-grande-amoreAndrea (Emanuele Bosi), un giovane di borgata bello ed introverso, conosce per caso Giulia (Mary Petruolo), studentessa di un Liceo Classico del centro. Tra i due scocca subito l’amore, quello fatto di passeggiate sugli argini del Tevere, serate sui ponti di Roma e sulle spiagge malinconiche e romantiche del litorale. Lei, osteggiata dai genitori alto borghesi e dall’amica del cuore, vive questa prima passione, lasciandosi trascinare da lui in un turbinio di emozioni ed allontanandosi dal suo Mondo; lui, da sempre bello e dannato, punto di riferimento per gli amici, per lei si mette in gioco, provando quell’amore che le precedenti avventure avevano solo sfiorato e vedendo in lei la metà del suo essere, colei con cui può finalmente condividere le sue debolezze…

Film già visto? Ovviamente sì, e non bisogna neanche andare troppo in là con la memoria, tanto che per tutto il primo tempo ci si viene da chiedere che senso abbia questa pellicola. Storia e personaggi sono scontati e banali, per ascoltare le belle canzoni di Baglioni basta comprare un CD e sicuramente non è l’ambientazione anni ’70 (peraltro posticcia e palesemente lontana dalla realtà di quegli anni) che sicuramente può valere il prezzo del biglietto. Ma incredibilmente è proprio quando ogni speranza sembra persa che il film si sgancia dalla banalità per dare spazio a sentimenti veri ed emozioni fuori dagli schemi.

Gli anni ’70 appaiono più reali e non un semplice adattamento ad uso e consumo del pubblico di teenager dei giorni nostri: rende più l’idea dei turbamenti di quegli anni la cartolina rosa del militare che i pantaloni a zampa di elefante e le Clark’s di cui si fa largo uso, finalmente i personaggi assumono caratteristiche non scontate ed i sentimenti (quelli veri e non da romanzo) possono coinvolgere lo spettatore.

Il tutto sempre girato dal regista Riccardo Donna (“Un Medico in Famiglia 1 e 2”, “Raccontami”, “Le Ragazze Di Piazza Di Spagna 3”, “Nebbie e Delitti 1 e 2”, “Padri”) con una chiara mano televisiva, con pochi ambienti e riprese strette che certamente non favoriscono il ruolo degli attori. Emanale Bosi (“La casa sulle nuvole”, “Incantesimo 9”, “Questa è la mia terra – Vent’anni dopo”) appare infatti troppo legato allo stereotipo del bello e introverso, lo sguardo (torvo o da cucciolone che sia) ricorda troppo lo Scamarcio di “Tre metri sopra il cielo”, forse se avessero provato almeno a cambiare il taglio di capelli sarebbe stato meno sfacciata la citazione.

Più convincente la prova di Mary Petruolo (“Orgoglio1, 2 e 3”, “La Squadra”, “Raccontami”, “Gente di Mare”) che appare più a suo agio davanti alla telecamera ed è capace di esprimere anche fisicamente le emozioni. Alla fine si esce dalla sala comunque con un senso di deja vu, ma anche con il pensiero al Primo Amore, a quelle sensazioni che per molti sono ormai lontane ma comunque presenti. Il pregio del film è proprio quello di farle rivivere nella parte finale, con amarezza, dolcezza e forse anche un pizzico di rimpianto, quell’Amore totale, sofferto ed incondizionato che ha segnato il passaggio dall’adolescenza all’età adulta di ognuno di noi.

Tommaso Francini

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