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Lawless – Recensione

Poco innovativo, ma decisamente godibile “Lawless”, il gangster-movie di John Hillcoat, costellato di star internazionali

Regia: John Hillcoat – Cast: Tom Hardy, Gary Oldman, Guy Pearce, Shia LaBeouf, Mia Wasikowska, Jessica Chastain, Noah Taylor, Lew Temple, Alex Van, Jason Clarke, Bruce McKinnon, Chris McGarry, Dane DeHaan, Randall Franks, Jeff Braun, Joel Rogers, Ron Clinton Smith, Eric Mendenhall, William J. Harrison, Ricky Muse, Darryl Booker, Trevor Alexander Mann, Duncan Nicholson – Genere: Drammatico, colore, 120 minuti – Produzione: USA, 2012 – Distribuzione: Koch Media – Data di uscita: 29 novembre 2012.

lawless2Virginia, Contea di Franklin, 1920, proibizionismo. Questo il contesto in cui i tre fratelli Bondurant mettono in piedi la maggiore attività di contrabbando di alcool (whisky in particolare) della zona. Forrest (Tom Hardy) e Howard (Jason Clarke) sono uomini di mondo, hanno vissuto a pieno, correndo mille pericoli e non sono più facilmente impressionabili, anzi si ritengono invincibili dopo che il primo si è salvato dalla Spagnola che ha ucciso i loro genitori e il secondo è scampato alla carneficina della Grande Guerra. Jack (Shia LaBeouf), il minore dei tre, è invece un ragazzo sensibile ed impressionabile.

Quando da Chicago viene inviato lo spietato e corrotto agente speciale Charlie Rakes (Guy Pearce) per ristabilire l’ordine nella contea di Franklin, i fratelli Bondurant dovranno restare uniti più di prima per salvare ciò che hanno costruito.

Il regista di “The Road” porta sullo schermo il romanzo di successo “La contea più fradicia del mondo” in cui Matt Bondurant racconta le avventure del nonno paterno Jack e sei suoi pro-zii Forrest e Howard in un periodo storico in cui vivere da fuorilegge in alcuni casi era l’unica via per dare da mangiare alla propria famiglia. I fratelli Bondurant ci vengono presentati come tre uomini onesti, leali e coraggiosi che le circostanze hanno costretto a diventare dei criminali e questo lo vediamo dal loro rapporto con le donne: con i gruppi rivali sono violenti, brutali, arrivano ad uccidere, ma Maggie (Jessica Chastain) e Bertha (Mia Wasikowsa), le due donne che entrano in relazione con loro nella storia, non le sfiorano nemmeno, non mancano mai loro di rispetto, neppure tentano di comandarle.

John Hillcoat gira una pellicola a metà tra il gangster-movie e il film western che sa intrattenere eccellentemente. Grazie ad una sceneggiatura ben scritta, “Lawless” riesce ad alternare scene crude e violente a sequenze più emotive, volte anche a dare un piccolo spaccato della cultura americana degli anni ’20.

Buona parte della riuscita del film è sicuramente affidata ad un cast di stelle: due su tutti l’ottimo Tom Hardy nel ruolo di un uomo apparentemente freddo e razionale ma con una voglia di vivere che è più forte di qualsiasi cosa e l’agghiacciante Guy Pearce nel ruolo ormai consolidato del cattivo di turno, tutto d’un pezzo, che riesce a picchiare a morte un uomo senza minimamente scomporsi.

Da sottolineare, però, è anche il ruolo delle donne in “Lawless”, che in questo differisce dalla serie di pellicole sugli eroi-criminali che sta invadendo le sale negli ultimi anni. Maggie è una donna bellissima, elegante, ma dal passato oscuro e doloroso e forse proprio per questo è l’unica a riuscire a capire e farsi capire da Forrest senza bisogno che ci sia scambio di parole tra i due. È un personaggio affascinante, una donna indipendente, forte ed intraprendente, decisamente precorritrice dei tempi, interpretata da una magnetica Jessica Chastain il cui viso tanto espressivo e la cui bellezza disarmante attraggono come non mai.

Apparentemente opposta è Bertha, la figlia del pastore del paese, ragazza ancora acerba che, chiusa costantemente in casa o in chiesa, non ha fatto esperienze di alcun tipo. L’incontro con Jack Bondurant, però, farà manifestare il lei quel carattere ribelle ed impertinente e quella sensualità che nasconde sotto la cuffia per i capelli, lo sguardo basso ed i vestiti scuri.

“Lawless” è un buon film, ma non si allontana più di tanto dai precedenti film dello stesso genere: come Michael Mann in “Nemico Pubblico”, anche John Hillcoat vuole dare spazio sia alla leggenda che alla realtà per fornire una ricostruzione più accurata, seppur mantenendone i tratti mitici, di quel periodo di fuorilegge ricordati come eroi romantici che fu il proibizionismo americano degli anni ’20.

Corinna Spirito

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