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Onora il padre e la madre – Recensione

Il dramma di una famiglia spezzata, il peso della responsabilità che incombe su due fratelli sono al centro di “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet

(Before The Devil Knows You’re Dead) Regia: Sidney Lumet – Cast: Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Albert Finney, Marisa Tomei, Aleksa Palladino, Michael Shannon, Amy Ryan, Sarah Livingston, Rosemary Harris – Genere: Drammatico, colore, 117 minuti – Produzione USA, 2007 – Distribuzione: Medusa – Data di uscita: 14 Marzo 2008.

onorailpadreelamadreÈ con una rapina in una gioielleria che si apre “Onora il padre e la madre” di Sidney Lumet. Nell’immediato si potrebbe pensare a un film d’azione, costruito attraverso l’impianto narrativo del flashback, inflazionato forse un po’ troppo nei film degli ultimi anni. Tuttavia in questo caso tale espediente si pone al servizio di una finalità ben diversa da quella degli altri action movie, soprattutto per il modo in cui viene utilizzato.

La rapina è appunto il momento di partenza dal quale si sviluppa a ritroso una storia che assume più prospettive in rapporto al punto di vista di ogni singolo personaggio. Al centro della vicenda Andy (Philip Seymour Hoffman) e Hank (Ethan Hawke), due fratelli la cui vita, per ragioni diverse, è alquanto fallimentare, non solo da un punto di vista economico, ma soprattutto affettivo (e sarà proprio quest’ultimo a spingere entrambi verso atti dalle conseguenze irreversibili).

Il maggiore, Andy, propone al più piccolo un modo apparentemente semplice per risolvere i propri problemi: una rapina nella gioielleria dei genitori che grazie all’assicurazione lascerebbe tutti indenni. Hank è troppo fragile, per codardia avrebbe preferito non accettare, ma, incapace di opporsi agli eventi della vita e alle direttive del fratello, alla fine si decide. Tuttavia qualcosa va storto: il più giovane, spaventato e inesperto, coinvolge una terza persona che, durante il colpo, dopo aver ricevuto una ferita mortale, spara all’anziana signora, madre dei due protagonisti.

Da questo momento in poi i due fratelli, complementari l’uno all’altro nell’espressione della tragicità del loro destino, intraprendono un percorso psicologico che non farà altro che condurli verso la constatazione della meschinità e della mediocrità dell’animo umano posto di fronte a determinate circostanze.

“In onora il padre e la madre” nessuno si salva, ogni personaggio e colpevole in una certa misura. E sarà proprio il flashback attraverso cui prende corpo il punto di vista di ognuno di loro a farne emergere l’intima natura. Angoscia, colpa e peccato sono efficacemente espressi da Hawk e Seymour Hoffman, entrambi al meglio delle loro prestazioni, capaci di comunicare con gli occhi, con semplici espressioni o con piccoli gesti determinati moti dell’animo, supportati dall’esperta e matura regia di Lumet. Ottima la prova di Albert Finney, nei panni del padre e marito addolorato per la perdita della moglie; brava anche Marisa Tomei nel ruolo di moglie e amante.

Laura Calvo

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