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La madre – Recensione

La madre: dal romanzo di Grazia Deledda un film sui tormenti e sulle passioni di un uomo di chiesa

Regia: Angelo Maresca – Cast: Carmen Maura, Stefano Dionisi, Luigi Maria Burruano, Laura Baldi – Genere: Drammatico, colore, 85 minuti – Produzione: Italia, 2013 – Distribuzione: Movimento Film – Data di uscita: 10 luglio 2014.

la-madre2014Un’irriconoscibile Carmen Maura, attrice feticcio di Almodovar, è la protagonista indiscussa del film “La madre”, trasposizione cinematografica del libro di Grazia Deledda, diretto da Angelo Maresca.

Paolo, un giovane prete alle prese con le tentazioni della carne, vive un rapporto simbiotico con la madre Maddalena, presente in maniera morbosa nella sua esistenza. Quando arriva Agnese, una bellissima donna di cui Paolo si innamora perdutamente, Maddalena la vede come una tentazione distruttrice e maligna, che va allontanata al più presto e ad ogni costo dalla vita del figlio.

La storia fu scritta dall’autrice nel lontano 1920 nella rurale Sardegna dell’epoca. Fu messo in scena seppur molto liberamente da Mario Monicelli nel 1954, con l’emblematico titolo di “Proibito” e nel 1948 furono fatti i provini per un film di Luciano Emme; ne dovevano essere protagonisti Lucia Bosè e un giovanissimo Marcello Mastroianni, ma la chiesa bloccò con successo il progetto. Ora, con la ventata d’aria fresca portata da Papa Bergoglio, il film ha visto la luce con una chiave di lettura completamente nuova ed è ambientato in epoca contemporanea, nel quartiere romano dell’Eur e più nello specifico nel cosiddetto Colosseo quadrato, trasformato in una chiesa ultramoderna.

Maresca viene dal teatro e prima di questo film ha girato solo un cortometraggio. Nella sua opera prima la matrice teatrale è evidentissima: i dialoghi sono scarni e la recitazione molto di maniera. La narrazione corre su due schermi paralleli: il testo intriso dal senso oppressivo di colpa e la totale frigidità sentimentale dei personaggi, rappresentata dall’architettura razionalista italiana di Piacentini.

Quello che viene fuori è un risultato ibrido, in cui i linguaggi si mischiamo ma, come binari paralleli, non si incontrano mai: piuttosto esplicite le scene di sesso dei due amanti, che stridono con il contenuto del racconto ipercattolico.

Nel cast spicca su tutti Carmen Maura, mai vista in una parte così seria, assolutamente all’altezza del suo ruolo drammatico. Il giovane e tormentato Paolo è il bello e talentuoso Stefano Dionisi, mentre la femme fatale è Laura Baldi, perfetta per le physique du rôle, ma poco espressiva.

Pur apprezzando il coraggio di Angelo Maresca nel rischiare così tanto nel suo primo film, ci si chiede comunque quanto possa risultare talora difficile portare le storie letterarie sul grande schermo, soprattutto se totalmente decontestualizzate.

Paolo Rivelli

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