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Recensione “Troppo Azzurro”: Barbagallo firma un debutto che ricorda Moretti e Allen ma vola con le proprie (autori)ali

La Festa del Cinema di Roma, come tutti i Festival di un certo livello, non è soltanto una vetrina dove ammirare le opere più commerciali e di maggiore impatto mediatico. All’interno della programmazione – particolarmente vasta, considerando che si estende in dodici giorni – si possono trovare anche proposte cinematografiche inaspettate, in particolare tra i documentari e gli esordi alla regia. Quest’anno, nella sezione Freestyle, abbiamo scoperto quello di Filippo Barbagallo, che nel proprio film ricopre il triplice ruolo di sceneggiatore, regista e attore.

Indice

Troppo Azzurro: tutte le informazioni

Trama

Dario è un tipico ragazzo della sua età, ancora un po’ adolescente e insicuro. Sempre legato agli stessi amici, quelli del liceo, trascorre le sue calde giornate estive girando per la città in motorino. Raggiunge i suoi compagni in giro o al mare nelle giornate particolarmente torride.

Recensione “Troppo Azzurro”: Barbagallo firma un debutto che ricorda Moretti e Allen ma vola con le proprie (autori)ali

Crediti

  • Data di uscita: N.D.
  • Regia: Filippo Barbagallo
  • Sceneggiatura: Filippo Barbagallo
  • Durata: 88 minuti
  • Genere: Commedia
  • Montaggio: Irene Vecchio
  • Fotografia: Lorenzo Levrini
  • Produzione: Elsinore Film, Wildside, Vision Distribution
  • Distribuzione: Vision Distribution
  • Attori: Filippo Barbagallo, Alice Benvenuti, Martina Gatti, Brando Pacitto, Valerio Mastandrea, Valeria Milillo

Recensione

Nel contesto di una Roma bruciata dal sole dell’estate, Filippo Barbagallo si muove con delicatezza fluttuante nel delineare la storia di un giovane spaesato e fuori tempo rispetto al caos della quotidianità. Le sveglie alle dieci di mattina per lui sono “barbare”, allo stesso modo dei viaggi di coppia, degli impegni sentimentali e in generale di ciò che richiede un’evidente presa di responsabilità. Bloccato emotivamente delle proprie idiosincrasie, il protagonista non riesce a sintonizzarsi con il mondo esterno e vive uno stato patologico di procrastinazione e immobilismo decisionale.

La postura nevrotica e impacciata di un personaggio interpretato da colui che è anche il regista del film non può che rimandare ad una commedia fortemente autoriale, raffinata e anti schematica, rappresentata da nomi di lustro come Nanni Moretti, Carlo Verdone e Woody Allen. I rimandi ci sono eccome: l’imbarazzo relazionale, il rapporto (dis)funzionale con la famiglia, il disagio verso tutto ciò che è fisico – il sesso e la danza -, la fissazione per le scarpe, addirittura un (venti minuti di) aliscafo; nonostante queste piacevoli somiglianze, la cifra stilistica e l’identità cinematografica del progetto sono completamente autonome e riconoscibili.

Barbagallo dimostra inoltre una buona padronanza dal punto di vista registico e della gestione attoriale, lavora con attenzione sul piano estetico edificando un contenitore all’altezza del contenuto. I continui indugi su alcuni dettagli, poetici nella loro semplicità, come una pozzanghera che riflette il chiosco di panini, le mura slabbrate di costruzioni antiche e soprattutto le distese azzurre del mare e del cielo che rinviano al significato assolutamente non didascalico del titolo, arricchiscono l’esperienza della visione e ne legittimano la sospensione temporale. Interessanti anche lo sguardo delicato con il quale vengono seguite le due co-protagoniste della storia – Alice Benvenuti e Martina Gatti hanno movenze e gestualità incantevoli – e l’aderenza ritmica e concettuale delle musiche di Pop X.

Conclusioni

Troppo Azzurro non è un ritratto generazionale, né una classica storia di formazione giovanile, bensì una commedia dall’ironia sottile e intelligente che guarda ai modelli più riusciti della nostra tradizione conservando un’identità e una visione artistica del tutto originali. È il promettente debutto di un giovane cineasta che può trovare uno spazio importante all’interno del cinema d’autore italiano.

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Corrado Monina

Corrado Monina

Mi chiamo Corrado, mi occupo di sceneggiatura, regia e critica e lavoro per il Filmstudio di Roma come responsabile creativo. Amo il cinema, la musica e tutto ciò che ruota intorno alle arti visive e alla letteratura.

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