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Fratellanza – Brotherhood – Recensione

L’amore ai tempi del… neonazismo

(Broderskab) Regia: Nicolo Donato – Cast: Thure Lindhardt, David Dencik, Nicolas Bro, Morten Holst, Claus Flygare, Hanne Hedelund, Lars Simonsen, Martin Metz, Signe Egholm Olsen, Peter Plaugborg, Mads Rømer, Anders Heinrichsen, Michael Grønnemose, Jon Lange, Johannes Lassen, Sophie Louise Lauring – Genere: Drammatico, colore, 90 minuti – Produzione: Danimarca, 2009 – Distribuzione: Lucky Red – Data di uscita: 2 luglio 2010.

brotherwood-fratellanzaL’amore ai tempi del… neonazismo! Ecco un sottotitolo perfetto (parafrasando uno dei narratori più grandi del Novecento) per “Fratellanza – Brotherhood”, pellicola del regista italo-danese Nicolo Donato, che arriva dalle fredde terre del nord Europa vincendo nel 2009 il Marc’Aurelio d’Oro come Miglior Film al Festival del Film di Roma.

Quello che il regista porta sullo schermo è una meravigliosa storia d’amore – che sia omosessuale poco importa ai fini della narrazione – in una situazione assolutamente eccezionale: all’interno di un gruppo neonazista. Con questa pellicola vi addentrerete nei meandri della becera ideologia del neo fascismo, scoprendo, grazie alle accurate ricostruzioni, come agiscono e si muovono questi gruppi nella nostra società.

Non c’è la volontà, da parte di Donato, di criticare l’operato e l’ideologia della nuova destra, quello che più interessa al giovane regista è scavare a fondo la psicologia dei suoi due personaggi: Jimmy, carismatico capogruppo, e Lars, il nuovo adepto.

La narrazione scorre piacevole e non scade mai nel banale, allontanandosi ed evitando gli inutili stereotipi dell’omosessuale o del nazista. L’amore in questo caso è davvero la forza che spinge ad agire, a lottare per ritrovare la propria identità all’interno di una strana situazione, in cui Jimmy e Lars sono vittime e carnefici.

Se sperate di andare a vedere un “Brokeback Mountain” all’europea siete completamente fuori strada: “Fratellanza” è tutt’altro. La sceneggiatura scorre limpida e senza sbavature, non esagerando mai, riuscendo a far accettare allo spettatore le più brutali situazioni. La necessità di mantenere la segretezza del rapporto per Jimmy e Lars è di fondamentale importanza per non perdere il senso di appartenenza.

L’inizio del film è la perfetta riprova di quello che succederà in seguito: un pestaggio ai danni di un ignaro giovane omosessuale. A lasciare senza fiato è soprattutto la stupenda fotografia, soprattutto nelle scene di sesso. Donato riesce a far salire l’interesse grazie ad un uso sapiente della suspence, rivalorizzando quindi uno degli elementi che dovrebbe essere cardine di ogni buon film (o anche solo scena). La crudezza, la barbaria, i comportamenti beceri sono il contro altare perfetto per una meravigliosa storia d’amore, nel mondo oscurato e oscurantista della modernità. Da vedere!, qualora riusciate a trovare una sala che lo proietti.

Davide Monastra

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