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Recensione “Indiana Jones e il quadrante del destino”: tra azione e umorismo il quinto capitolo non è altro che un film nostalgico

Lo storico e amato personaggio di Indiana Jones torna sul grande schermo con un quinto capitolo che conclude la saga e che presenta un protagonista cambiato, sempre pronto a nuove avventure, ma forse anche a rimettere in piedi quella che è la sua vita lontano da quei pericoli e quelle minacce che per anni ha dovuto, e voluto, affrontare. Diretto da James Mangold “Indiana Jones e il quadrante del destino” vede nuovamente nel cast Harrisond Ford, insieme a un altro inaspettato ritorno e una serie di new entry.

Indice

“Indiana Jones e il quadrante del destino” – Tutte le informazioni

Trama

Indiana Jones e il quadrante del destino - locandina

Nella Germania del 1944 un gruppo di nazisti, in particolare l’astrofisico tedesco Jürgen Voller è alla ricerca della lancia di Longino, che dovrebbe essere quella che trafisse Gesù durante la crocifissione. La lancia, secondo Voller e i suoi superiori, è stata rubata da Indiana Jones che, nel frattempo viene catturato e impiccato. Indiana Jones riesce però a mettersi in salvo poco prima che la corda lo soffochi grazie a una bomba alleata che distrugge in parte il luogo dove si trovava, colpendo tutti i soldati tedeschi presenti. Indiana Jones successivamente libera l’amico e collega Basil Shaw, prigioniero su un treno ed entrano in possesso di una parte dell’Antykytera, meccanismo inventato da Archimede, che dà la possibilità di viaggiare nel tempo, e reale obiettivo di Voller. Anni dopo Voller è ancora alla ricerca dell’oggetto e delle parti mancanti e Jones viene avvicinato dalla figlia di Shaw, decisa anche a lei a impossessarsi dell’Antykytera nella speranza di venderlo e ricavarci il maggior guadagno possibile.

Recensione “Indiana Jones e il quadrante del destino”: tra azione e umorismo il quinto capitolo non è altro che un film nostalgico

Crediti

  • Regia: James Mangold
  • Cast: Harrison Ford, Phoebe Waller-Bridge, Mads Mikkelsen, Boyd Holbrook, Antonio Banderas, Toby Jones, Shaunette Renée Wilson, Ethann Isidore, John Rhys-Davies,
  • Genere: avventura
  • Durata: 154 min
  • Produzione: Stati Uniti
  • Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures
  • Data d’uscita: 28 giugno 2023

Recensione

Un atteso ritorno

Indiana Jones e il quadrante del destino

Il quinto capitolo di Indiana Jones, “Indiana Jones e il quadrante del destino” segna un grande ritorno, a 32 anni dal successo di “Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta” e 15 anni dopo il quarto film. Prima pellicola non diretta da Steven Spielberg e non scritta da George Lucas “Indiana Jones e il quadrante del destino” punta maggiormente sull’elemento nostalgico, su quei fan di un personaggio che ha sicuramente fatto la Storia di una delle più famose saghe a livello internazionale; un pubblico che non aspettava altro che di vedere nuovamente Harrison Ford rivestire i panni di Indy, come viene spesso chiamato nel corso del film. Una pellicola che torna ad essere avventurosa, ironica e carica d’azione, ma che non aggiunge altro a un personaggio che è alla fine del proprio viaggio.

Il film di Mangold non manca comunque di una verosimiglianza sempre più cara al cinema e a quei franchise che ripopolano il grande schermo a distanza di molti anni, con attori protagonisti e personaggi secondari irrimediabilmente cambiati. Ma se vedere Indiana Jones nuovamente in azione con la sua frusta e il suo cappello è emozionante, l’apparizione di John Rhys-Davies fa quasi commuovere. La vena più ironica e divertente che spesso contraddistingueva i film di Indiana Jones sembra venire meno, dando più spazio a quella che è la spettacolarizzazione di quelle pellicole che oggi possono dare testimonianza di effetti speciali incredibili, che stupiscono sempre, ma che non possono comunque considerarsi innovativi e scioccanti come lo sono stati quelli dei primi film, in particolare di “I predatori dell’arca perduta”.

Nessuna originalità per “Indiana Jones e il quadrante del destino”

Indiana Jones e il quadrante del destino

Tra l’Italia e il Marocco le location di “Indiana Jones e il quadrante del destino” non deludono le aspettative e luoghi suggestivi come la città portuale di Tangeri e la grotta dell’Orecchio di Dionisio, al di sotto del Teatro Greco di Siracusa diventano arena di inseguimenti, lotte corpo a corpo, e combattimenti contro animali feroci. Il viaggio nel tempo, sempre più popolare e amato dal grande pubblico sposta così più volte il periodo storico passando dal 1969 al 1944 fino al 212 a.C., colpo di scena non del tutto imprevedibile che è forse l’unica novità di questo quinto capitolo. Il film è inoltre denso di Storia: il 1969 è l’anno dello sbarco sulla Luna, il 1944 è l’inizio della fine della Seconda Guerra Mondiale, così come lo sono le città in cui si svolgono gli eventi.

L’iconica Phoebe Waller-Bridge di “Fleabag” è la migliore new entry del cast e aggiunge quella dose umoristica che è forse l’unico elemento che veramente manca rispetto ai precedenti capitoli. “Indiana Jones e il quadrante del destino” riprende la struttura e la matrice più classica della saga, tra avventure, azione e poca psicologia dei personaggi, spesso misurati con caratteristiche come lealtà e coraggio; per questo il film è maggiormente collocabile in un mondo e un tempo che era l’epoca di Indiana Jones, e come segno di rispetto, il fine è sempre e solo quello di non stravolgere i principi fondamentali della saga. Ecco che solo il viaggio nel tempo si può considerare una novità, e forse non basta.

“Indiana Jones e il quadrante del destino”: Giudizio e valutazione

“Indiana Jones e il quadrante del destino” si segue con facilità e, a parte forse un incipit che tarda ad entrare nel vivo del racconto, la trama non può essere non definirsi avvincente e ricca di colpi di scena. Le aggiunte al cast funzionano sia dal punto di vista dei personaggi che interpretato sia come recitazione, non si poteva comunque avere dubbi su Phoebe Waller-Bridge e anche il braccio destro dell’antagonista interpretato da Boyd Holbrook, volto di “Narcos”, risulta essere uno dei personaggi più riusciti. La trama, seppur abbastanza coinvolgente, si perde nella prevedibilità di molte situazioni e in scene d’azione che a volte si ripetono essendo ognuna eccessivamente simile all’altra.

Trailer

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