Eco Del Cinema

Lagunaria: recensione documentario di Giovanni Pellegrini

Proiettato alla VII edizione di Cinema e Ambiente Avezzano, Lagunaria è un documentario diretto dal regista veneziano Giovanni Pellegrini che racconta le virtù, la ricchezza ma anche le difficoltà di una città come Venezia.

Indice

Lagunaria – Tutte le informazioni

Lagunaria recensione

Trama

Una città sorta dall’acqua. Un racconto caleidoscopico di un mondo unico e delle sue realtà nascoste. Una voce narrante femminile (quella di Irene Petris) che immerge lo spettatore in un docu-film dal sapore misterioso, mistico che pare tratto da una classica narrazione epica ma che punta a tematiche sicuramente odierne. Un documentario che attraverso contenuti e soggetti pluralistici offre uno sguardo unico e da vicino a temi molto vicini ai veneziani.

Lagunaria: recensione documentario di Giovanni Pellegrini

Crediti

  • Uscita: 4 aprile 2023
  • Regia: Giovanni Pellegrini
  • Durata: 85 minuti
  • Genere: Documentario
  • Produzione: Chiara Andrich

Recensione

Lagunaria: un virtuosismo di immagini per spiegare una Venezia più che mai delicata

Lagunaria recensione

Tra una narrazione dagli echi lontani e mistici e tematiche fortemente contemporanee. Giovanni Pellegrini in Lagunaria osserva la propria città e i suoi cambiamenti: ambientali, sociali e culturali. Senza mai sviare da temi sensibili – come inondazioni, cambiamento climatico, overtourism, spopolamento del centro storico, covid-19, grandi navi – il regista pone lo spettatore di fronte ad una Venezia fragile ma potente, vecchia ma sempre nuova, famosa quanto sconosciuta. Una Venezia che ormai, come si sente dire nel documentario è diventata “un volgare museo di sé stessa“, dove l’immagine che offre di sé è una continua reiterazione di idee e preconcetti che abitanti e turisti hanno della città.

Nel corso del documentario vediamo una carrellata di immagini e personaggi che offrono facce conosciute e lati nascosti di una delle città più belle del mondo, l’artigiano veneziano, il pescatore di anguille, il restauratore, ma anche le mille facce dei turisti che vengono a visitare la città di San Marco. Ma vediamo anche i grandi problemi che la città affronta, tra cambiamento climatico e continui allagamenti Venezia è perennemente sul punto di sprofondare. Eppure è ancora lì, che si erge nella laguna veneta con la forza di volontà dei propri abitanti. Tra le tematiche affrontate vi è anche la questione delle grandi navi – che hanno portato a grande conflitto nella città a causa dell’inquinamento paesaggistico che portano con interferenze per gli ecosistemi marini e all’inquinamento delle acque, oltre allo spinoso problema dell’overtourism, che come sappiamo colpisce Venezia in modo particolarmente intenso.

Ma è grazie alla voce fuori campo della narratrice Irene Petris, alle musiche di Filippo Perocco, e soprattutto alle immagini (frutto di cinque anni di riprese) dei canali, della laguna, e della città veneta che lo spettatore rimane totalmente rapito dalla pellicola. Una fotografia fortemente suggestiva e dai tratti virtuosistici che incolla lo sguardo e che cattura l’attenzione in un viaggio di 85 minuti per il territorio veneziano.

Eppure la sofisticata e suggestiva fotografia non porta una vera coesione al documentario, che spessa fatica a conciliare la ricchezza delle immagini con la povertà della sceneggiatura. Ci si ritrova così a guardare queste sequenze di immagini, perdendo spesso il filo del discorso. Veniamo messi davanti ad una pluralità di tematiche, mai veramente affrontate ma solo accennate con le belle riprese.

Giudizio e conclusioni

Lagunaria recensione

Lagunaria è un documentario con cui Giovanni Pellegrini cerca di raccontare attraverso immagini suggestive e malinconiche una Venezia fragile e in pericolo, che vive ancora grazie alla popolazione locale (sempre meno propensa a vivere in una città artificiosa e costosa) e alla presenza dei turisti – salvezza e condanna. Seppur il regista fa uso di una voce narrante emozionante e di immagini seducenti, che sono un vero piacere per gli occhi, non riesce mai ad inquadrare un filo narrativo conduttore.

Trailer

Articoli correlati

Condividi