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Recensione “Everything Everywhere All at Once”: una pellicola intricata, magmatica e altamente seducente

Everything Everywhere All at Once” è una pellicola intricata, magmatica e altamente seducente, che si muove con scaltrezza e non senza una certa innegabile sicumera lungo le direttrici di quei film più scrupolosamente orientati verso le teorie degli universi co-esistenti.

Everything Everywhere All at Once – tutte le informazioni

Everything Everywhere All At Once locandina

Trama

Evelyn (Michelle Yeoh), immigrata cinese sulla cinquantina, gestisce una lavanderia automatica assieme al marito (Ke Huy Quan). Perennemente frustrata da una situazione di sostanziale infelicità, turbata dalla relazione saffica intrattenuta dalla figlia (Stephanie Hsu) nonché oppressa da una burocrazia che le impedisce di vivere serenamente, un bel giorno la donna si ritrova chiusa all’interno di uno sgabuzzino con una versione di suo marito proveniente da un mondo “altro“. Da lì scaturirà tutta una serie di mirabolanti avventure che porteranno Michelle a dover attingere a tutto il suo coraggio per salvare il destino dei multi-universi.

Recensione “Everything Everywhere All at Once”: una pellicola intricata, magmatica e altamente seducente

Crediti

  • Regia: Daniel Kwan, Daniel Scheinert
  • Cast: Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, James Hong, Jamie Lee Curtis, Tallie Medel, Jenny Slate, Harry Shum Jr., Biff Wiff, Sunita Mani, Aaron Lazar, Craig Henningsen, Anthony Molinari, Panuvat Anthony Nanakornpanom, Efka Kvaraciejus, Audrey Wasilewski, Timothy Eulich, Daniel Scheinert
  • Genere: Azione, Fantastico
  • Durata: 139 minuti
  • Produzione: Stati Uniti, 2022
  • Casa di produzione: A24, AGBO, IAC Films, Year of the Rat
  • Distribuzione: I Wonder Pictures
  • Data di uscita: giovedì 6 ottobre 2022

Riconoscimenti

Everything Everywhere All at Once” vanta un palmares da brividi, per un totale ad oggi di 179 vittorie e 283 candidature ai principali premi internazionali – fra cui quelle per le edizioni del 2023 del AACTA International Award, Palm Springs International Film Festival, Oklahoma Film Critics Circle Awards, North Carolina Film Critics Association, National Society of Film Critics Awards, Music City Film Critics’ Association Awards, London Critics Circle Film Awards, Internet Film Critic Society, Hollywood Critics Association Creative Arts Awards, Georgia Film Critics Association, Film Independent Spirit Awards, Critics Association of Central Florida Awards, Columbus Film Critics Association, Austin Film Critics Association, Alliance of Women Film Journalists e ben 14 nomine ai Critics’ Choice Awards.

É stato nominato in dieci categorie ai Premi BAFTA 2023, e dopo essersi aggiudicato 2 Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale a Michelle Yeoh e per il miglior attore non protagonista a Ke Huy Quan, la pellicola ha ottenuto ben 11 candidature agli Oscar 2023, fra le quali quelle per il miglior film e per il miglior regista.

Sempre durante la 95esima edizione degli Oscar, il film ha conquistato il premi di Migliore regia, Miglior montaggio, Miglior attore non protagonista, Miglior attrice non protagonista, Miglior sceneggiatura, Miglior attrice protagonista e, per concludere in bellezza, Miglior film.

Recensione

Everything Everywhere All at Once” è un nobile pezzo di inverosimiglianza pop dall’incedere irruento ed eccitante. Scaturisce da un materiale di partenza (il multiverso) manipolato con brillantezza dai due registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert, i quali, seppur lasciandosi andare a un’ambiziosità fors’anche eccessiva, si dimostrano perfettamente in grado di trasformare una storia assurda in uno svago francamente esilarante.

Grazie in particolare ad un lavoro minuzioso di mescolazione di elementi melodrammatici con altri più tipicamente fanta-action, i Daniels (come usano farsi chiamare) ci conducono su un territorio non di rado esplorato dal cinema, ma di rado con successo. Il viaggio della protagonista Michelle Yeoh si tramuta dunque in un vivace e frenetico andirivieni fra mondi alternativi che lascia lo spettatore (anche il meno occasionale) profondamente turbato al cospetto di un tale livello di fantasticherie; tuttavia magicamente trainato da una forza invisibile che lo costringe ad abbandonarsi in toto alla visione, anche laddove essa si presenti di una implausibilità arcigna.

Tecnicamente sublime, uno degli aspetti più positivi di “Everything Everywhere All at Once” è senza dubbio una destrutturazione spazio-temporale attuata in maniera diligente, di modo che i passaggi fra realtà parallele possano avvenire sì con energetico furore ma con altrettante compostezza e fluidità. Tutto è realizzato attraverso dei dettagli nitidi e di notevole impatto sensorial-emotivo, le sequenze si susseguono leste secondo un ordinato disordine, fino al districarsi di un caos che si fa apparentemente più intelligibile man mano che la narrazione procede. Dal lato performativo, il film si affida ad alcune esibizioni grintose e spavalde (del tandem Michelle Yeoh/Ke Huy Quan e della loro figlia Stephanie Hsu, ma anche della rediviva Jamie Lee Curtis davvero succulenta nella parte di una segretaria tanto improbabile quanto irresistibile) contribuendo a creare un contesto filmico deliziosamente folle.

Il modo più indicato per godere appieno della pellicola è probabilmente quello di cavalcarne psicagogicamente il delirio, abbandonandosi incondizionatamente all’invasato fluire delle sue immagini, rinunciando per una volta ad elucubrazioni azzardate così come a sterili accuse di incoerenza o (peggio) a presuntuosi tentativi di esegesi, al fine di goderne sobriamente il semplice divenire. Che è poi l’irragionevole, in pratica, che assurge a canone estetico.

Note di regia

“Siamo lusingati, grati e un po’ sopraffatti. Grazie a Donna, Jimmy, Peter, Michael e tutto il loro team Universal per aver creduto in noi e nei nostri strani film. A tutti i fan, grazie per aver reso possibile la nostra carriera, cercheremo di non deludervi. Convincere Jamie è stata dura. Leggeva il copione e ripeteva ‘Non capisco’” hanno confessato a Wired i Daniels, ovvero i registi Daniel Kwan e Daniel Scheinert. Per fortuna aveva un amico molto bravo, uno scrittore più giovane, che era un nostro grande fan e l’ha convinta a incontrarci e a leggere il copione. Jamie è una grandissima fan di Michelle Yeoh e questo è bastato. ‘Non ho bisogno di capirlo. Voglio lavorare con Michelle Yeoh’, ci ha detto”

Trailer

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Mirko Tommasi

Mirko Tommasi

Classe 1975, storico dello Spettacolo e saggista, collabora abitualmente con il Centro Audiovisivi di Verona. É appassionato di cinema nordamericano e cura una guida online ai film che porta il suo nome.

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