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Black Star – Recensione

Liberamente ispirato alla vera storia della ‘Liberi Nantes Football Club’ prima e finora unica squadra composta da rifugiati politici, il film segue in modo intelligente una guerra tra poveri, frutto delle paure che attanagliano chi è disperato

Regia: Francesco Castellani – Cast: Luca Di Prospero, Alessandro Procoli, Gabriele Geri, Pierpaolo De Mejo, Vincenzo Zampa – Genere: Commedia, colore, 100 minuti – Produzione: Italia, 2012.

blackstarNella calda Roma d’agosto, quartiere Pietralata, un campetto malridotto e polveroso diviene teatro di una disputa che oppone, in un crescendo di vicende a tratti drammatiche, due fazioni, quella dei rifugiati e quella degli abitanti del quartiere che, riuniti in comitato, vogliono apparentemente solo riappropriarsi dello spazio della loro infanzia, I rifugiati, tecnicamente migranti forzati, sono coordinati da quattro ragazzi anch’essi del quartiere che hanno preso da tempo a cuore la loro situazione e, anche impegnando i propri averi, sono impegnati in una lotta quotidiana per far quadrare i conti e dare a questi ragazzi cui non è rimasto più nulla, almeno la speranza di una vita migliore. I cittadini del quartiere sono per la maggior parte incuranti di quanto accade, solo un piccolo gruppo, riunito in comitato, si oppone a quella che vedono come una sottrazione da parte di stranieri di uno spazio che considerano loro territorio.

Subito si vede che le cose non stanno esattamente così, interessi ben più vili per qualcuno, vecchi rancori personali per altri, e su tutti la crisi economica che attanaglia le vite e rende oscuro il futuro, sono queste le vere ragioni dell’opposizione di tante persone al diverso, allo straniero. Il regista, dosando sapientemente i toni della commedia con quelli della tensione, riesce a comunicare la necessità per tutti, in caso di naufragio, di ‘galleggiare attaccati allo stesso pezzo di legno’, e di opporsi alla legge economica non scritta, ma dominante, che i migranti illegali sono una manna per gli affari, perché facilmente ricattabili.

I nati sotto una stella nera non devono rassegnarsi al loro destino, il finale del film, ambientato non a caso la notte di San Lorenzo, oltre alla tradizionale ‘caduta’ delle stelle vede anche un altro miracolo: è possibile riunire le diverse disperazioni in un abbraccio comune, le difficoltà della vita sono meno pesanti se non le si affrontano da soli.

Nel vero campo della squadra di migranti che ha ispirato il film vi è il ‘Monumento al migrante ignoto’ scultura fischiante dall’alto valore evocativo, i fischietti infatti servono da richiamo ideale a chi si è perso nel viaggio verso le nostre coste.

Daniele Battistoni

Black Star – Recensione

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