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You & Me Forever – Recensione

Opera seconda di grande spessore quella che il regista danese porta al Festival di Roma, è un racconto credibile e ben recitato sulle inquietudini dell’adolescenza

Regia: Kaspar Munk – Cast: Julie Brochorst Andersen, Frederikke Dahl Hansen, Emilie Kruse, Benjamin Wandschneider, Allan Hyde, Cyron Melville – Genere: Drammatico, colore, 82 minuti – Produzione: Danimarca, 2012.

youandmeforeverKaspar Munk ritorna al Festival del film di Roma, dopo esser stato premiato nell’edizione 2010 col Marc’Aurelio esordienti per “Hold Me Tight”.

Anche nell’edizione 2012 il suo film è in competizione nella sezione ‘Alice nella città’: si tratta di “You & me Forever”, il suo secondo lungometraggio, in cui conferma il suo stile spigliato e la sua abilità nel trattare le problematiche giovanili.

Munk racconta la storia di due ragazze adolescenti, Laura e Christine, amiche da sempre, e dell’improvviso arrivo nella loro scuola dell’affascinante e misteriosa Maria, una vera e propria calamita per Laura, che abbandona la sua ‘noiosa’ routine per sperimentare nuove emozioni, arrivando a dimenticare completamente Christine e l’affetto che le lega.

Ma non lasciatevi trarre in inganno, questa non è una storia di adolescenti allo sbando, ma una storia di affetti e di amicizia, e delle prove, a volte dure, che anche i rapporti più longevi si trovano a dover affrontare. Della strada per l’ingresso nella vita adulta che non è uguale per tutti, e di quanto siano fatue certe emozioni.

Del racconto fa parte anche uno spaccato del rapporti genitori-figli, e di come solo con tanta pazienza e intelligenza da parte degli adulti si può portare governare la nave e portarla in rada dopo un’eventuale bufera.

Il regista danese mostra, con estrema naturalezza e realismo, l’evolversi dei rapporti tra queste ragazze, la scoperta del sesso, le feste a base di alcool e droga, e il profondo cambiamento di Laura.

Una sceneggiatura matura, frutto della fantasia dello stesso Munk, una fotografia che accompagna il racconto in modo emozionante, con un uso della luce che arricchisce la carica espressiva del girato, e un cast molto bravo, fanno di questa pellicola una delle migliori opere dell’intero festival.

Daniele Battistoni

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