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Volantin Cortao – Recensione

Volantin Cortao: un viaggio alla scoperta del mondo giovanile cileno

(Volantin Cortao) Regia: Diego Ayala, Anibal Jofré – Cast: Loreto Velasquez, René Miranda, Victor Montero, Alejandro Lafuente, Isaac Arriagada, Isis Kraushaar – Genere: Drammatico, colore, 77 minuti – Produzione: Cile, 2013.

volantin-cortaoÈ una storia di solitudine giovanile il film cileno “Volantin Cortao”. Co-diretta dai giovanissimi Diego Ayala e Anibal Jofrè, la pellicola è un’opera prima.

Ne sono protagonisti Paulina e Manuel. I due s’incontrano nel centro d’accoglienza per minorenni, dove lei svolge il tirocinio e lui è ospite. Per Paulina è l’inizio di un’amicizia pericolosa. Il plot racconta la scoperta dell’altro da parte di una giovane donna che è alla ricerca di se stessa.
Il film cileno è buio, con dialoghi scarni e una buona fotografia, sporca e sfocata ad arte, che osserva la città di Santiago in chiaro scuro. La discesa di Paulina nel mondo duro di Manuel è graduale, ma necessaria.
Ayala e Jofrè portano in scena lo smarrimento di una generazione perduta, che non ha fiducia nel futuro e fugge dal mondo protetto della piccola borghesia della protagonista. Il suo bel viso, incorniciato da riccioli biondi buca lo schermo e entra nel cuore e nel mondo di Manuel.
L’universo raccontato dal film cileno non è in bianco e nero, ma pieno di sfumature. Le realtà dei ragazzi bene e di quelli perduti in fondo non sono così lontane.
Non è casuale che questo lavoro sia diretto da due giovanissimi, che evidentemente si raccontano in un qualche modo. Gli adulti infatti, dalla famiglia di lei allo staff del centro, sono tutti distanti. La vita vera per i ragazzi è nei bus, tra musicisti di strada e ladri dallo sguardo disperato.
Tuttavia, c’è molta leggerezza in “Volantin Cortao” e tutto scorre in perfetto stile sudamericano. È bello il progredire insieme dei due personaggi, ma anche il finale aperto.
Ivana Faranda

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