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John Wick – Recensione

Keanu Reeves nei panni di uno spietato assassino in bilico tra luce e ombra

Regia: Chad Stahelski – Cast: Keanu Reeves, Adrianne Palicki, Willem Dafoe, Bridget Moynahan, Ian McShane, Jason Isaacs, Bridget Regan, Alfie Allen, Lance Reddick, Dean Winters, David Patrick Kelly, Michael Nyqvist, Kevin Nash, Daniel Bernhardt, Marija Skangale, Randall Duk Kim, Tait Fletcher, Roman Mitichyan – Genere: azione, colore, 96 minuti – Produzione: USA 2014 – Distribuzione: M2 Pictures – Data di uscita: 22 gennaio 2015.

john-wickJohn Wick, il protagonista di questo action movie, ha appena perso sua moglie, l’amore della sua vita, a causa di una grave malattia. Proprio grazie a lei infatti era riuscito ad abbandonare la sua vecchia vita da spietato serial killer. Rimane a John solo un piccolo  cane, regalo della donna affinchè il marito posso dare amore. Il cucciolo e la sua splendida Mustang sono tutto ciò che l’ex assassino ha di più caro; quando il figlio viziato del gangster più potente di New York per uno sciocco capriccio glieli porta via entrambi, la voglia di vendetta lo porterà a ricominciare a fare ciò che sa fare meglio: uccidere.

La storia è strutturata come un classico film d’azione/sparatutto abbastanza puro e la sua particolarità sta proprio nella figura di John Wick. Infatti grazie al suo interprete, Keanu Reeves, riesce sia a esprimere una grande eleganza con le scene di lotta, sia a far emozionare attraverso gli sguardi carichi di tutto il dolore che si può provare nel momento in cui si punta un’arma dritta in testa agli avversari. Piacevoli anche le tinte di una New York un po’ timida che si presta a essere, ad un tempo, tanto il salotto ovattato di una facoltosa micro-società di assassini, tanto il palcoscenico inerme dei loro scontri cruenti.

Questa dei registi Chad Stahelski e David Leitch è senza dubbio una pellicola capace di far stare attaccati alla poltrona per ben 100 minuti di sparatorie e scontri, riuscendo anche, grazie all’aura carismatica che cuce addosso al suo protagonista, a creare  una certa empatia con i chiaro-scuri che lo attraversano.

Claudio Di Paola

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