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I due volti di Gennaio – Recensione

Un thriller vecchio stampo che porta lo spettatore tra le meraviglie di un’antica civiltà

(The Two Faces of January) Regia: Hossein Amini – Cast: Viggo Mortensen, Oscar Isaac, Kirsten Dunst – Genere: Thriller, colore, 96 minuti – Produzione: USA, 2013 – Distribuzione: Videa – Data di uscita: 9 ottobre 2014.

duevoltidigennaioGrecia 1962. Tre esistenze si incrociano in un torbido triangolo: quella di Chester, elegante e carismatico consulente d’affari americano, di sua moglie Colette, giovane seducente e inquieta, e di Rydal, una guida turistica in fuga dai fantasmi del passato. Tra le rovine del Partenone, Rydal resta affascinato dalla bellezza di Colette e impressionato dalla ricchezza e raffinatezza del marito. Ma non tutto è come sembra: l’apparente affabilità di Chester nasconde un labirinto di segreti, sangue e bugie. Gli eventi prendono una piega sinistra e, dopo un omicidio, in un crescendo di tensione e mistero, nessuno dei tre avrà più sotto controllo le proprie emozioni e i propri istinti.

Questo è il primo lungometraggio del regista di origine iraniana Hossein Amini, che ha anche firmato la sceneggiatura dell’opera. Un ottimo lavoro realizzato orchestrando luoghi, luci e musica di grande effetto; infatti questa storia molto avvincente, anche se in alcuni momenti un po’ prevedibile, porta lo spettatore in alcune località cariche di atmosfere favolistiche di Atene, Creta e Istanbul.
Più che un thriller “I due volti di Gennaio” è un vero e proprio film di suspense in stile hitchcockiano: mentre la tensione sale la musica l’accompagna, anch’essa nel puro stile del grande regista inglese. Alcuni dei tagli che Amini ha compiuto al momento del montaggio della pellicola sono stati molto severi: ha preferito eliminare alcune scene, anche se in punti cruciali della narrazione, per mantenere il mistero della storia.
Il trio di attori contribuisce decisamente a rendere questo film un piccolo gioiello. Sia Viggo Mortensen che Kirsten Dunst sono ben calati nei loro ruoli, riuscendo a dare un grande spessore psicologico ai propri personaggi, ma è Oscar Isaac a brillare davvero nella sua parte. Nell’alternarsi di espressioni incantevoli, cupe e intimidite, il personaggio di Oscar Isaac suona perfetto in questo omaggio hitchcockiano.
Indubbiamente si tratta di un’opera che strizza continuamente l’occhio ai grandi classici cinematografici ed in questo trova la sua forza. Ma “I due volti di Gennaio” è molto di più: è una pellicola originale, che non ha paura di scegliere una strada alternativa. Hossein Amini non cerca di compiacere le leggi del botteghino, preferisce sviluppare il proprio concetto di thriller psicologico.
Nella prossima guerra lampo dei blockbuster autunnali, un lavoro delizioso che sarà particolarmente apprezzato dagli spettatori più anziani che si ricordano di quando la storia e le location venivano molto prima degli effetti speciali basati sul CGI. 

 

I due volti di Gennaio – Recensione

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