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Elle: presentato a Roma da Paul Verhoeven

Oggi, durante la conferenza stampa su “Elle” era presente anche Paul Verhoeven, il regista olandese naturalizzato americano, autore di grandi pellicole hollywoodiane come “Basic Instinct”, “RoboCop”, “Atto di forza” e “Starship Troopers”.

Elle: un film che non poteva essere realizzato negli USA

elle scena gatto

Il prossimo 23 Marzo uscirà nelle sale italiane “Elle”, film con Isabelle Huppert, interprete pluripremiata del cinema francese, che ha ricevuto grazie a questa perfomance una candidatura agli Oscar come Migliore attrice protagonista. Proprio riguardo le scelte dell’Accademy si è espresso il cineasta Paul Verhoeven durante la conferenza stampa del film. “Elle”, infatti, non ha ricevuto una nomina come Miglior film, le ipotesi sono molte, ma tra tutte il suo regista pensa che sia ‘colpa’ della terza parte della pellicola, nella quale la protagonista passa da vittima a collaboratrice del suo violentatore in un rapporto quasi sadomasochista, un risultato così controverso da risultare molto difficile da accettare negli Stati Uniti. In effetti, Verhoeven aveva inizialmente pensato di realizzare il film negli States, ma non è riuscito né a trovare finanziamenti sufficienti né attrici disposte a interpretarlo.

Le difficoltà incontrate nel realizzarlo in America, lo hanno spinto a tornare in Europa, dove sostiene che il cinema è più libero dalle regole di Hollywood. La scelta sulla Huppert per la parte principale, in verità non è ricaduta subito su di lei. L’attrice era interessata ad un adattamento del romanzo, ma Verhoeven e il produttore Said Ben Said hanno inizialmente cercato di trovare un volto americano. La ricerca si è dimostrata fallimentare per il problema che crea un ruolo così problematico. I due hanno fatto ritorno in Europa e umilmente dalla Huppert, che entusiasta ha accettato. La donna è stata definita dal regista un’interprete molto audace, che ha fatto tutto ciò che riteneva che il personaggio dovesse fare.

Elle: un intreccio pieno di tensione, ma guai a chiamarlo thriller

“Elle” ha come base per l’intreccio un’aggressione ai danni di una donna, è proprio con lo stupro che si apre il film e diventa il filo conduttore di tutta la narrazione. Sebbene al centro ci sia un argomento così violento e attuale, Verhoeven l’ha trattato molto in modo ironico, anche se ha ammesso che questo approccio era già in “Oh…”, romanzo da cui è tratto il film.

A sorpresa, Verhoeven nega che “Elle” sia un film thriller, nonostante la presenza massiccia di tensione e suspence, che rimandano al più classico noir. Il regista lo ha girato con lo scopo di non categorizzarlo, ovvero non legarlo ad un genere specifico, sostenendo che ad oggi il cinema tende troppo a affibbiare etichette; ciò spiega il mix di scene che vanno dal sociale al facinoroso. Il suo intento è stato quello di rappresentare uno spaccato di vita di questa donna, una vita che è quindi piena di ogni emozione e in una giornata intera si può facilmente passare dalla lacrima al sorriso. Nonostante le violenze, il film è solcato da una profonda vena di femminismo, dato che sono le donne a vincere sugli uomini, rappresentati come fantocci.

Elle: le donne amorali di Paul Verhoeven

elle paul verhoeven

Paul Verhoeven.

Il ruolo di Michèle, la protagonista, è sicuramente particolare a livello psicologico e sessuale, Verhoeven l’ha definita amorale, ma non negativamente; infatti, nei suoi film non è mai presente una morale, ma sono più una rappresentazione della realtà, che non è limpida come vogliono le convenzioni sociali. Non è la prima volta che Verhoeven mette in scene donne tormentate, che hanno diversi problemi, ne è un esempio Catherine in “Basic Instinct”, ma anche Rachel in “Black Book”. Michèle, la protagonista di “Elle”, è anche lei una donna che presenta dei travagli, ma il cineasta non la vede così; piuttosto come una persona che è stata forgiata dagli eventi della sua infanzia, perciò la concepisce come una sopravvissuta. Nel film Michèle non cerca di essere al vittima, perché non vuole essere compatita, è semplicemente una donna dal forte carattere.

Il motivo, però, della ricorrenza ne suoi lavori di personaggi femminili è dovuto, afferma lui stesso, all’ammirazione  che prova per le donne, in primis sua moglie.

I lavori in cantiere del regista

Sulle donne è incentrato anche il suo prossimo film, di preciso due suore, e sarà ambientato in Toscana, a Peschia, ai tempi del Medioevo. Lo scirpt di “Blessing Virgins”, questo il titolo provvisorio, è tratto dagli studi e le ricerche negli archivi fiorentini di un professore, raccolti in “Inmodest Act”. In verità, Verhoeven ha in programma altri due progetti: una pellicola su Gesù, tratta da un libro scritto da lui stesso e basato sul Vangelo secondo Marco; un’altra, ambientata nel 1923 su un romanzo che narra di una donna ai tempi del fallimentare colpo di Stato di Hitler, che sarà presente come personaggio secondario.

Verhoeven, il cinema nell’era Trump

Paul Verhoeven ci lascia con un commento su come l’avvento di Donal Trump possa ripercuotersi sul cinema, dicendo che Hollywood sicuramente realizzerà film sulla guerra, ma spera che siano una critica ad essa, invece che un’esaltazione. Per ora, secondo lui, il cinema americano si sta indirizzando verso qualcosa di passato, per non guardare avanti, ne è un esmpio, afferma, lo stesso “La La Land”, che rappresenta un tentativo di evasione dal momento politico critico.

Erika Micheli

10/03/2017

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