Eco Del Cinema

Black Mass – L’ultimo gangster – Recensione

  • Titolo originale: Black Mass
  • Regia: Scott Cooper
  • Cast: Johnny Depp, Joel Edgerton, Dakota Johnson, Juno Temple, Rory Cochrane
  • Genere: thriller, colore, 120 minuti
  • Produzione: USA, 2015
  • Distribuzione: Warner Bros
  • Data di uscita: 8 ottobre 2015

 

“Black Mass”, il gangster movie con un trasformato e irriconoscibile Johnny Depp

Black-Mass-Depp

Negli anni 70, l’FBI e un criminale irlandese stabiliscono un patto per estirpare dalla Boston meridionale un nemico comune: la mafia italiana. L’agente John Connolly (Joel Edgerton) e  James Bulger (Johnny Depp) , meglio noto negli ambienti della malavita come “Whitey”, stabiliscono un patto scellerato che aiuterà quest’ultimo a scalare rapidamente il potere mafioso. Grazie alle spalle coperte dai federali, in pochi anni, Bulger riesce a diventare uno dei gangster più pericolosi nella storia degli Stati Uniti.

Inutile cercare di evitare il discorso: le sorti di “Black Mass” sono legate a doppio filo con l’interpretazione di Johnny Depp. Non si tratta di sviscerare le note recitative ma di chiedersi come sia stato possibile mascherare il bel volto dell’attorone americano con un trucco che dà del voi alla credibilità. Pesante colata di cerone, parrucca inneggiante alla vittoria definitiva delle calvizie sul bulbo pilifero e lenti a contatto da Nosferatu. Una maschera fatta a uso e consumo della distrazione che, durante il film, si paleserà allo spettatore sotto forma di insistenti “perché?”.

Con le genialate dei make-up artist di “Black Mass”, la performance dell’ex Jack Sparrow combatte un’impari lotta cadendo sotto i colpi del posticcio

Dopo Donnie Brasco, Johnny Depp ripercorre le strade che conducono al clandestino crocevia tra amicizia, malaffare e legalità. Siamo però lontani dal far vibrare le corde che resero celebre il personaggio di Joe Pistone, agente dell’FBI infiltrato nella mafia newyorkese. Tra l’altro, in questa occasione, il nostro sbarca sull’altra sponda indossando i panni di uno spietato gangster di origine irlandese.

“Black Mass” è un romanzo criminale bostoniano che ricostruisce diligentemente le atmosfere del gangster movie ma non apporta nulla di nuovo al genere, accusando un fiato fin troppo corto al cospetto di impietosi paragoni (“Goodfellas”, “The Departed”).

Eppure nella fetida carriera di “Whitey” le sfaccettature emotive non mancano. La macchina da presa di Scott Cooper, però, aggira tutto ciò che si potrebbe definirebbe appassionante danneggiando l’intreccio che fatica a trovare solidi appoggi su dei supporti coinvolgenti. Un vero peccato considerando che la storia, basata su fatti realmente accaduti, tiene comunque viva l’attenzione.
Grave è stato sottovalutare che, nel cinema come nella magia, lo spettacolo non riesce se il trucco (e parrucco) c’è e si vede.

Riccardo Muzi

 

Articoli correlati

Condividi