Eco Del Cinema

The Little Drummer Girl (2018)

 

Recensione

 

 

The Little Drummer Girl (1×01 – 1×02) – Recensione: oltre lo specchio

The Little Drummer Girl Serie

Che una marca significativa della poetica di Park Chan-wook fosse lo specchio, investito di ogni possibile implicazione di senso, era balenato negli occhi di molti dopo “The Handmaiden”, gioiellino che certo non nasconde quel rimando sussurrato a Magritte. Con “The Little Drummer Girl” il regista coreano – per la prima volta alla guida in una miniserie – ripercorre all’infinito i riflessi, creando campi aperti e in continua espansione: a essere percezione, assenza di carne rifratta su una superficie, è tutto lo scibile; anche il fattuale, il reale, l’intera popolazione che alberga e aleggia nella serie targata BBC è pura emanazione. Puntando la bussola verso baluardi artistici geograficamente vicini, Park Chan-wook quasi stringe un nodo con Yayoi Kusama – prolifica artista nipponica – e quelle installazioni che rifrangono sempre e per sempre una data forma, parcellizzata e polverizzata. In questa bufera di immagini massacrate, spezzate, scheggiate l’integrità della maschera è negata: si è atomi velocissimi, l’identità muta continuamente, si è dispersi e in movimento.

Il maestro asiatico, alle prese con la spy-story tratta dal libro di Le Carré, non concede strappi alla rigorosa impalcatura estetica delle opere precedenti, anzi eleva ulteriormente saturazione cromatica e cura (la fanno da padrone rossi, gialli, colori squillanti che assorbono la scena).

Sostenuto da un intro poderoso, “The Little Drummer Girl” intavola discorsi vetusti con mezzi nuovi. Si srotola lentamente il filo narrativo, non senza qualche capogiro: un membro dei servizi segreti israeliano (un Micheal Shannon che calamita e inghiotte voracemente la scena) muove sottilmente fili e uomini – c’è Alexander Skarsgård, forse ormai rodato nel giocare alla sottrazione nella recitazione, c’è Florence Pugh, di nuovo al baricentro della narrazione dopo il magnetico “Lady Macbeth”. Imperversa da tempo e si acuiscono le asperità tra israeliani e palestinesi, mise en abyme inquietante della contemporaneità; l’odio monta velocemente e viene somatizzato da un incipit potente e solido. La tamburina – a cui il titolo del romanzo e dell’adattamento cinematografico del 1984 – si rifà è proprio la protagonista Charlie (Florence Pugh), attrice talentuosa dagli ideali radicali (si definisce progressista e contro la sopraffazione degli israeliani; spesso si scaglia frontalmente contro l’idea di patriarcato), assoldata come spia dall’Intelligence israeliano per metter argine alla atmosfera stragista che permea l’Europa e il Medio Oriente.

The Little Drummer Girl: The Globe

the little drummer girl img

La natura teatrale dello scheletro di “The Little Drummer Girl” tiene per mano una sceneggiatura cesellata e accorta. La sovrapposizione tra recitazione e vita, vita e recitazione è forse eccessivamente urlata, eppure pare necessaria ai fini di una narrazione che getta semi in terreni fertili – sparute le sbavature, quali una trattazione del tempo che per alcuni temi appare sommaria e sbilenca. La ruota torna vorticosamente indietro, ben prima di quel 1979 in cui l’effettiva realtà dei fatti viene a vita: il rimando sottile è a Shakespeare – che pur vien nominato e balena tra le pieghe degli episodi -, al mondo come teatro.

Il palcoscenico diventa enorme, uterino, abbraccia ogni angolo possibile: impossibile la scissione e la cesura, si vive perennemente in osmosi tra vera vita e maschera. Il teatro è il mondo, il globo.

Più che per la matrice novecentesca di cui “The Little Drummer Girl” è inzuppata fino al midollo (si grida a Pirandello), è il rimando sottile alla struttura intima di alcune opere di Shakespeare che ravviva e rilancia mezzi che potevano rischiare di sembrare polverosi. Così, tra il vorticoso procedere da Tel Aviv a Berlino – fino in Grecia, il filo riporta a “Antonio e Cleopatra” e la rottura frontale dell’unità aristotelica di spazio: si aprono continenti diversi, si passa da Roma all’Egitto in un battito d’occhio, la statuarietà tragica dei protagonisti regge il peso del dramma. E l’amore forse pur c’è, nella miniserie di Park Chan-wook, ma è negato alla radice, problematizzato: si è identità in movimento, non si ha nome e passato, non si possono esplorare territori destinati a franare. Rimangono solo due entità, prese da un’attrazione sottile e travolgente, sotterrate dall’imperversare della bufera della Storia. Un momento, tuttavia, e si è improvvisamente altra identità e figura, in un gioco di rincorse affannose e protendersi disperati verso un Altro che non ha forma fissa.

Simone Stirpe

 

 

Trama

  • Regia: Chan-wook Park
  • Cast: Florence Pugh, Alexander Skarsgård, Michael Moshonov, Michael Shannon (II), Simona Brown, Clare Holman, Kate Sumpter, Amir Khoury, Katharina Schüttler
  • Genere: Drammatico, colore
  • Durata: 6 episodi
  • Produzione: USA, Gran Bretagna 2018
  • Distribuzione: n/d
  • Data di uscita: n/d

The Little Drummer Girl serie tvDiretto dal regista  Chan-wook Park “The Little Drummer Girl” è un adattamento per la tv dell’omonimo romanzo di John Le Carré, uscito in Italia con il titolo “La Tamburina“, pubblicato nel 1983. “The Little Drummer Girl” è anche un film del 1984 diretto da George Roy Hill, con Diane Keaton, sempre tratto dall’opera di Le Carré.

The Little Drummer Girl: la mini serie tratta dal romanzo “La Tamburrina”

“The Little Drummer Girl” racconta la storia di Charlie, una giovane attrice  britannica, che viene  coinvolta in un intrigo di stampo internazionale. Un giorno un membro dell’intelligence israeliano decide di puntare sulla donna e di farla diventare un’agente segreto. La missione affidata a Charlie è quella di scoprire dove si nasconde un uomo di nome Khalil, un terrorista senza scrupoli di fama mondiale.

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