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La fantastica signora Maisel – Recensione

Vincitrice nel 2018 del Golden Globe e dell’Emmy come Miglior Serie Commedia, “La fantastica signora Maisel” è ritornata su Amazon Prime Video con la sua terza stagione.

Il potere emancipatorio della stand-up comedy

Marvelous Mrs Maisel 1

Ideatrice di questa serie tv è l’autrice di un altro acclamato prodotto televisivo come “Una mamma per amica”, Amy Sherman-Palladino, che anche in questo caso collabora con il marito Daniel, con cui si alterna nella regia e nella sceneggiatura.

Miriam Maisel è una donna divertente, a volte anche impertinente e un po’ sboccata, senza però smettere di essere una perfetta mogliettina degli anni Cinquanta, particolarmente attenta al proprio aspetto fisico.

Ma la protagonista della serie tv della Palladino, oltre a un amore per vestiti e cappelli, nutre anche un grande interesse per la stand-up comedy, limitandosi però a supportare il marito Joel, aspirante comico di scarso successo. La donna si dimostra particolarmente entusiasta di contribuire alla realizzazione delle aspirazioni del compagno e fargli da spalla, lusingando con le sue doti culinarie i gestori di un locale per fargli ottenere orari migliori per le sue esibizioni.

La vita di Midge appare perfetta, anche troppo per suscitare l’empatia dello spettatore. Tutto ciò si esprime con una messa in scena dai toni teatrali, da musical, in cui tutto è coreografato e ogni cosa sembra andare per il verso migliore. Insomma, la stessa cura estetica della protagonista si riversa anche nella scenografia e nella fotografia patinate. È proprio come se questa protagonista con il suo visino sempre sorridente, i suoi vestiti colorati, i look impeccabili e una vita da casalinga di alto borgo, vivesse in una favola ambientata negli anni Cinquanta, finché una serata di cabaret andata male, aggravata dall’umiliazione di essere stato visto anche da una coppia di amici, portano Joel a confessare alla moglie di averla tradita e ad andare via di casa.

Così nel giro di un attimo il castello di Miriam crolla e la sua vita cambia radicalmente: abbandonata dal marito e arrestata per atti osceni in luogo pubblico. La donna infatti, dopo che Joel ha lasciato l’appartamento, si è ubriacata finendo per esibirsi nello stesso locale dove il marito aveva fallito qualche ora prima, ma questa volta lei ottiene un successo clamoroso.

Così nel momento in cui, secondo l’ottica in cui l’ha cresciuta sua madre, l’esistenza di Migde sarebbe andata in malora, in realtà per lei comincia una vita nuova e ha una grande opportunità che la porta finalmente a realizzare se stessa.

La fantastica signora Maisel: la comicità è femmina

Marvelous Mrs Maisel season 3

Alla vita patinata della signora Maisel si contrappone quella precaria di Susie, una donna dall’aspetto mascolino e dai modi burberi che, dopo aver assistito a quella prima e non programmata esibizione di Midge, decide di pagarle la cauzione per farla uscire di prigione e spingerla nel mondo della stand-up comedy, diventando la sua manager.

Le due donne, così diverse tra loro, iniziano una carriera in un mondo quasi esclusivamente maschile, scontrandosi con vari pregiudizi. La protagonista, infatti, viene continuamente scambiata per una cantante a causa del suo aspetto sempre molto elegante. Uno degli ostacoli principali che incontra è proprio la sua apparenza da donna perbene dell’Upper West Side, che “contrasta” secondo un certo tipo di mentalità con un lavoro in un cui non mancano allusioni volgari e battute a sfondo sessuale.

Non è un caso che una delle grandi comiche che Miriam incontra è Sophie Lennon, che dietro la tuta imbottita e i modi espansivi da popolana in realtà nasconde una ricca donna dai modi talmente raffinati da risultare ingessati. Durante l’incontro Sophie spiega a Miriam che per una donna è necessario costruirsi un personaggio se vuole lavorare in questo mondo. Soprattutto per una ragazza bella come lei, con cui gli uomini non vogliono ridere, ma andare a letto.

La discussione porta Midge a riflettere su quanto le donne siano condizionate da ciò che gli altri pensano di loro, anche quando si tratta di una comica di successo. Lei stessa è stata cresciuta con questa mentalità, ma grazie alla stand-up comedy riesce pian piano a liberarsi da quella gabbia di aspettative in cui sembrava felice di essere rinchiusa.

Il cabaret rappresenta per Miriam uno sfogo e un modo per fronteggiare il fallimento di quella vita da sogno che pensava di essersi conquistata. Come dice lei stessa durante un suo spettacolo: “la comicità è alimentata dall’oppressione, dalla mancanza di potere, dalla tristezza e dal fallimento, magari dall’abbandono e dall’umiliazione”, concludendo che proprio per tali motivi le donne dovrebbero essere le più brave in questo campo.

Un punto forte della serie di Amy-Sherman sta nel fatto che non si limita a raccontare l’esperienza di Midge, ma un certo spazio viene dato anche ai genitori e soprattutto al marito, con cui dopo un breve periodo di totale distanza, la protagonista resta molto legata, creando un rapporto molto moderno per i tempi.

Infatti, non solo Miriam ma anche Joel è vittima di certe convenzioni sociali, cresciuto con l’idea di dover essere sempre un vincente, senza possibilità di fallire, soprattutto davanti alla propria compagna per non perderne il rispetto. Ma con il passare delle puntate anche lui cresce, e soprattutto trae ispirazione dalla moglie cercando di capire quello che vuole fare veramente nella sua vita. Comincia a prendersi le sue responsabilità e appoggia Midge, aiutandola senza cercare di controllarla, anzi occupandosi dei figli mentre lei si dedica alla sua carriera, in un rovesciamento dei ruoli tradizionali.

Un processo di indipendenza che coinvolge e sconvolge tutti i personaggi

Marvelous Mrs. Maisel 2

Se nella prima stagione Miriam si era scontrata con i genitori a causa della sua separazione, all’inizio della seconda stagione è sua madre Rose a subire un importante cambiamento, in un’inaspettata ricerca del suo posto per trovare se stessa. Anche se la situazione si risolve senza grossi cambiamenti e alla fine le conquiste fatte sembrano un po’ perdersi finendo nel dimenticatoio.

Ma il seme della ribellione partito, suo malgrado, da Miriam sembra aver contagiato ormai tutti. Così nella terza stagione è il padre Abe a mettere in discussione le scelte di vita fatte finora, portando a un ulteriore sconvolgimento dell’intera famiglia.

D’altra parte, la protagonista ottiene un importante ingaggio che le procura un tour internazionale, che permette di allargare la prospettiva con l’introduzione di interessanti personaggi, ma il successo porta con sé anche nuovi ostacoli. I suoi genitori continuano a non accettare il suo lavoro da comica, soprattutto Rose, che soffre per il fatto che la figlia preferisca dedicarsi a questo invece che a risposarsi. E così insieme alle soddisfazioni anche le difficoltà si fanno più grandi.

Nel corso delle puntate la protagonista cresce e compie un graduale percorso di emancipazione, senza rinunciare a un aspetto sempre perfettamente curato. Ma non è la sola; anche i personaggi che la circondano, dalla famiglia all’ex marito, compiono infatti un’importante evoluzione. E nonostante qualche forzatura, anche la serie tv della Palladino per alcuni versi diventa più matura rispetto alle stagioni precedenti, che mostravano talvolta uno sguardo più indugente, se non complice, con una certa mentalità d’epoca.

Con il suo ritmo frenetico, “La fantastica signora Maisel” offre un quadro colorato della società di fine anni Cinquanta, con tutto il suo fascino ma anche i suoi limiti, denunciandone con ironia le storture, grazie anche ai continui siparietti comici che scaturiscono dall’accoppiata di personaggi logorroici dai caratteri diversi tra loro.

Maria Concetta Fontana

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