Eco Del Cinema

Jonny Depp: gli sviluppi della battaglia legale con Amber Heard

Secondo quanto affermato da Deadline, la battaglia legale tra Johnny Depp e Amber Heard sta andando avanti sesta sosta.

La battaglia legate tra Johnny Depp e Amber Heard

La battaglia legale tra Johnny Depp e Amber Heard

Prosegue la battaglia legale per il loro divorzio tra Johnny Depp e Amber Heard.

Johnny Depp accusato dalla moglie di violenza,  ha a sua volta contro-accusato l’ex moglie per diffamazione, chiedendole un risarcimento di 50 milioni di dollari.

L’attore oltre a citare in giudizio l’ex moglie, Amber Heard, ha intentato, anche, una causa per diffamazione anche contro il tabloid britannico The Sun che nel 2018 lo ha definito picchiatore di mogli.

Attualmente, Depp  sta ancora attendendo di sapere se potrà avere o meno il secondo processo per diffamazione contro il tabloid The Sun nel Regno Unito, dopo aver perso il primo round.

A causa di queste accuse, Johnny Depp ha subito un enorme danno di immagine con conseguente perdita di ruoli cinematografici precedentemente assegnatigli, tra questi quello di Jack Sparrow nella saga “Pirati dei Caraibi”.

L’attore è stato licenziato dal suo ruolo di Grindelwald in “Animali Fantastici” dalla Warner Bros., che ha scelto di sostituirlo con Mads Mikkelsen per il terzo capitolo del franchise fantasy.

Gli ultimi aggiornamenti sulla battaglia legale

La battaglia legale tra Johnny Depp e Amber Heard, contrapposti in uno dei divorzi più turbolenti di Hollywood sta andando avanti.

Recentemente l’avvocato della Virginia ha rifiutato la sua domanda di rigettare le domande riconvenzionali da 100 milioni di dollari di Amber Heard riguardo alla causa per diffamazione che Depp ha intentato contro la ex moglie che aveva raccontato di essere stata vittima di violenza domestica.

Per ora, il giudice ha dato la gran parte della ragione ad Amber Heard, anche se, la corte ha  respinto una delle richieste dell’attrice, ovvero quella di  essere dichiarata giuridicamente immune perché, secondo lei, quanto scritto in quell’articolo del Washington Post era di “interesse pubblico” e quindi ricadeva sotto il Primo Emendamento e non come un articolo diffamatorio.

Erika Zagari

8/01/2020

Articoli correlati

Condividi