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Gli uomini d’oro: Alfieri e cast incontrano la stampa

In occasione della presentazione del film “Gli uomini d’oro” il regista Vincenzo Alfieri, il cast e la produzione hanno incontrato la stampa al Cinema Adriano di Roma.

Gli uomini d’oro: processo creativo e influenze esterne

Gli uomini d'oro primopiano

Ha preso la parola per primo Alfieri, il quale ci teneva a sottolineare come il soggetto del film non sia una rapina, ma bensì la psiche dei personaggi presi in esame. Per esprimere ed esplorare meglio le loro motivazioni infatti il regista si è affidato a una struttura a capitoli.

Alla conseguente domanda su quale fosse l’interiorità di ciascun personaggio, Fabio De Luigi, che interpreta il padre di famiglia Alvise, ha risposto che i protagonisti sono molto diversi tra loro. Luigi, il personaggio di Giampaolo Morelli, ha motivazioni che possono sembrare “frivole”, essendo spinto dal desiderio di mollare tutto e andare a vivere in Costa Rica con i soldi che gli sarebbero spettati con la tanto agognata (e poi negata) baby pensione. Alvise invece è mosso dal bisogno di proteggere ciò che è a lui più caro, ovvero la propria famiglia, in particolare la propria figlia, nonostante la sua salute precaria che minaccia di precipitare.

Viene poi posta una domanda al regista su quale sia stato il suo rapporto con “Qui non è il paradiso” di Gianluca Maria Tavarelli, altra pellicola ispirata al medesimo fatto di cronaca. Alfieri ha affermato di aver visto l’opera e di aver tratto ispirazione da un cineasta che considera un maestro, ma ha anche rivendicato una profonda differenza strutturale tra i due lavori: “Qui non è il paradiso” è un film d’inchiesta, mentre “Gli uomini d’oro” si concentra soprattutto sulle motivazioni dei personaggi.

In seguito a una domanda su quanto le tecniche scelte per le riprese abbiano influenzato la sceneggiatura e viceversa, Alfieri ha prima di tutto spiegato come sin dall’inizio sia lui che gli sceneggiatori avessero già individuato la struttura a capitoli come pilastro portante. Questa decisione proviene dal loro amore condiviso per “Il capitan romano”. Per quel che riguarda il montaggio, di cui si è occupato il regista stesso, Alfieri ha raccontato di quanto sia stato difficile trovare un equilibrio tra il suo desiderio di presentare al pubblico un film complesso e il rischio di ritrovarsi invece con un prodotto finale troppo contorto.

Gli uomini d’oro: le sfaccettature del cast

Gli uomini d'oro pellicola

Ha preso poi la parola Matilde Gioli, Anna nel film, la quale ha osservato come, nonostante gli uomini siano al centro dell’azione per tutta la durata della vicenda, sono le donne a innescare i meccanismi narrativi, a fare da “triggers” alle proprie controparti maschili. Anna è un personaggio dolce e molto basilare, ma la sua presenza e il suo sogno sono ciò che fa definitivamente scattare la scintilla della voglia di riscatto in Luigi.

Mariela Garriga, che interpreta l’intrigante Gina, ha raccontato di come il suo personaggio sia stato una sfida ma allo stesso tempo un’occasione rara per lei in quanto attrice. Ha infatti affermato che personaggi femminili forti quanto Gina sono rari nel mondo del cinema e ciò che l’ha colpita di più è stato Alfieri quando le ha detto che il vero predatore, il vero “maschio alfa” tra lei e il Lupo era lei.

Susy Laude, la remissiva Bruna, ha esordito scherzando su come il freddo sia ciò che le è rimasto più impresso del film e di come questo gelo quasi esistenziale sia stato catturato dalla fotografia de “Gli uomini d’oro”. Ha poi continuato dicendo che il suo personaggio, la moglie di Alvise, le ha ricordato le donne della sua infanzia e il senso di soffocamento derivante dal sentirsi intrappolate in una relazione con qualcuno che forse non si ama più ma di cui si è ancora fortemente gelose.

Riallacciandosi alle parole di Gioli, Garriga ha sottolineato come sia evidente l’importanza delle donne nella pellicola dai loro rispettivi epiloghi, specialmente messi a confronto con le azioni delle loro controparti maschili.

Giuseppe Ragone ha raccontato di come il suo personaggio, Luciano, sia essenzialmente un gregario dipendente dalla relazione di amicizia che ha con Luigi. Questa simbiosi è talmente cruciale per Luciano, meno bello e carismatico del compagno, che per lui era impossibile dirgli di no per quel che riguarda la rapina e perdere così un amico indispensabile.

Per quel che riguarda la discrepanza tra i personaggi di questo film contrapposti ai ruoli più allegri e comici solitamente interpretati dai protagonisti, i tre hanno tutti affermato di essere partiti dalla scenografia per riuscire a sviluppare, dopo molto lavoro, delle interpretazioni credibili. Alfieri ha espresso la sua reticenza a incapsulare “Gli uomini d’oro” in un singolo genere, essendo questa un’opera nata da una commistione in stile Scorsese che rappresenta le sfaccettature della vita reale. Il regista ha difeso la propria ricerca di tre attori comici per tre personaggi drammatici esprimendo la sua convinzione che non solo De Luigi, Leo e Morelli siano professionisti capaci di interpretare ruoli più seri, ma soprattutto che abbiano la voglia di mettersi in gioco.

Gaia Sicolo

29/10/2019

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