Valeria Golino, attrice, sceneggiatrice e regista, ha costruito una carriera straordinaria nel mondo del cinema e della televisione. Con il suo ultimo lavoro, “L’arte della gioia“, ha dimostrato ancora una volta la sua capacità di adattare opere letterarie complesse per il grande schermo. In un’intervista con Piera Detassis, Golino ha condiviso riflessioni sulla sua carriera, le esperienze in America e il suo approccio al lavoro creativo.
Un percorso professionale ricco di esperienze
Durante l’incontro con Piera Detassis, Valeria Golino ha parlato della sua carriera, esprimendo gratitudine per le opportunità ricevute. “Non mi considero una fautrice di cose straordinarie”, ha dichiarato, sottolineando come la sua vita sia stata segnata da incontri significativi con persone che hanno influenzato il suo percorso. La Golino ha evidenziato il privilegio di aver avuto la possibilità di lavorare in un settore che ama, senza la pressione di dover dimostrare costantemente il proprio valore. La sua carriera, iniziata senza una formazione formale in recitazione, è stata caratterizzata da una serie di scelte che l’hanno portata a esplorare vari ruoli sia davanti che dietro la macchina da presa.
L’attrice ha anche parlato della sua attitudine verso il lavoro, affermando di preferire la facilità al sacrificio. “Quando sento la fatica, non mi piace”, ha detto, evidenziando come la passione per il suo lavoro sia ciò che la motiva. Golino ha condiviso la sua visione di adattamento e responsabilità, affermando che, pur avendo momenti di ribellione intellettuale, ha sempre cercato di adattarsi alle circostanze piuttosto che affrontare le conseguenze di una vera ribellione.
L’esordio e i primi passi nel cinema
Riflettendo sul suo esordio con Lina Wertmüller, Valeria Golino ha descritto la regista come una figura severa ma affettuosa. Il suo primo film, “Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo“, ha rappresentato un momento cruciale nella sua vita, facendole comprendere la sua passione per la recitazione. “Prima di quell’esperienza pensavo di diventare cardiologa”, ha rivelato, sottolineando come il suo percorso sia cambiato radicalmente.
Golino ha anche parlato della sua esperienza negli Stati Uniti, dove ha realizzato di dover essere più disciplinata e attenta. “Negli anni ho iniziato a fare scelte più consapevoli come attrice”, ha affermato, riconoscendo l’importanza di assumersi la responsabilità delle proprie decisioni professionali. Questo approccio le ha permesso di crescere e di esplorare nuove opportunità nel mondo del cinema.
Le sfide della serialità e la visione creativa
Nel discutere del suo lavoro nella serialità, Golino ha evidenziato le differenze tra il cinema e le serie televisive. “Nella serie ho potuto fare cose che al cinema non avrei fatto”, ha spiegato, parlando delle scelte artistiche necessarie per adattare la narrazione al formato episodico. Ha sottolineato l’importanza di elementi come il suono, il montaggio e la durata delle scene, che devono essere calibrati per mantenere l’attenzione dello spettatore a casa.
Golino ha anche parlato del “silenzio” nel contesto della televisione, spiegando come questo debba essere gestito in modo diverso rispetto al cinema. “Il silenzio nella serie non deve essere un vero silenzio”, ha detto, evidenziando la necessità di mantenere l’attenzione del pubblico attraverso elementi sonori sottili.
Progetti futuri e riflessioni sul cinema italiano
Valeria Golino ha rivelato che il suo prossimo progetto come attrice sarà “La gioia” di Nicolangelo Gelormini, un film che richiederà un cambiamento significativo del suo aspetto. “Mi ha colpito quanto sia facile imbruttirmi”, ha affermato, sottolineando il suo impegno a servire il film e il regista piuttosto che cercare un progetto di vanità personale.
Riguardo al futuro del cinema italiano, Golino ha espresso preoccupazione per l’industria, descrivendola come un momento complicato. Tuttavia, ha anche sottolineato la presenza di talenti emergenti e di professionisti esperti, suggerendo che ci siano opportunità per il rinnovamento e la crescita. “Siamo pieni di talenti”, ha affermato, lasciando intravedere una speranza per il futuro della cinematografia italiana.
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