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Valeria Golino racconta il trionfo de L’arte della gioia e il suo percorso creativo

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La recente serata di premiazione dei David di Donatello ha visto Valeria Golino protagonista non solo come attrice, ma anche come regista della serie L’arte della gioia. Con tre premi conquistati, tra cui quello per la miglior sceneggiatura non originale, Golino ha condiviso le sue emozioni e il lungo percorso che ha portato alla realizzazione di questo progetto ambizioso. La serata ha rappresentato un momento di grande gioia, non solo per i riconoscimenti ricevuti, ma anche per il successo delle sue attrici, Tecla Insolia e Valeria Bruni Tedeschi, che hanno ottenuto premi significativi.

La realizzazione della serie

Valeria Golino ha dedicato quattro anni alla trasposizione del libro di Goliarda Sapienza, un’opera che ha sempre ammirato. Inizialmente, l’idea era quella di realizzare un film, ma la regista ha capito che una serie sarebbe stata più adatta. “Abbiamo trovato un interlocutore in Sky ed è stato come un piccolo miracolo”, ha dichiarato Golino, sottolineando le difficoltà che spesso si incontrano nel portare un progetto alla luce. La regista ha rivelato di aver letto il libro per la prima volta quindici anni fa, e di aver sempre sognato di realizzarne un adattamento.

Il percorso non è stato semplice, ma la determinazione di Golino e della produttrice Viola Prestieri ha portato a un risultato straordinario. “Quando abbiamo deciso di ottenere i diritti, mi sono sentita ispirata e ho detto: ‘Faccio la serie'”, ha aggiunto. Questo spirito di iniziativa ha dato vita a un progetto che ha saputo catturare l’attenzione del pubblico e della critica.

Tecla Insolia e il casting

Un momento cruciale nella realizzazione de L’arte della gioia è stato il casting di Tecla Insolia nel ruolo di Modesta. Golino ha raccontato di aver inizialmente immaginato un’altra attrice per il ruolo, ma quando ha visto Insolia durante i provini, ha capito che era la scelta giusta. “Quando l’ho vista entrare, pensavo che non l’avrei presa. Ma poi, quando ha iniziato a cantare, ho capito che aveva qualcosa di speciale”, ha spiegato la regista.

Il processo di selezione è stato lungo e complesso, ma la presenza e la voce di Insolia hanno conquistato Golino. “Era talmente lei che si era impossessata del mio immaginario”, ha affermato, evidenziando il potere dell’interpretazione e l’importanza di trovare l’attrice giusta per un ruolo così significativo.

Collaborazione con Valeria Bruni Tedeschi

Un altro elemento chiave del cast è stato Valeria Bruni Tedeschi, con cui Golino ha già collaborato in passato. “È la più grande attrice europea della mia generazione”, ha dichiarato Golino con ammirazione. Il ruolo della principessa Gaia, una donna complessa e affascinante, sembrava perfetto per Bruni Tedeschi, ma inizialmente la regista era preoccupata per la sua età. Tuttavia, l’attrice ha dimostrato di essere all’altezza del compito, impressionando Golino durante il provino.

La regista ha descritto il momento in cui Bruni Tedeschi ha letto la sceneggiatura come straordinario, e dopo pochi minuti ha capito che il ruolo era suo. Questa sinergia tra le due attrici ha contribuito a dare vita a personaggi indimenticabili e a rendere la serie un successo.

Un’esperienza nuova nella serialità

Con L’arte della gioia, Valeria Golino ha fatto il suo debutto nella serialità, dopo aver diretto film come Miele ed Euforia. “Ho imparato molto durante il processo, sbagliando e correggendo il tiro”, ha affermato. La regista ha voluto mantenere un equilibrio tra il linguaggio cinematografico e quello televisivo, cercando di creare una serie che fosse visivamente accattivante senza risultare noiosa.

Golino ha sottolineato l’importanza di mantenere l’attenzione dello spettatore, consapevole che in televisione il ritmo deve essere diverso rispetto al cinema. “Non volevo fare una serie pop, ma qualcosa di visivamente potente”, ha spiegato, evidenziando la sua visione artistica e il desiderio di raccontare una storia profonda e autentica.

Un finale inaspettato

Le riprese della serie si sono concluse con un episodio inaspettato. Golino ha raccontato di un incidente avvenuto durante l’ultimo ciak, quando, nel corso di una celebrazione, è caduta e ha sbattuto la testa. “Ho passato la notte all’ospedale, ma è stata un’esperienza che non dimenticherò mai”, ha detto ridendo. Questo episodio ha reso il finale delle riprese ancora più memorabile, unendo il cast e la troupe in un momento di solidarietà e supporto.

La serata dei David di Donatello ha rappresentato non solo un riconoscimento per il lavoro svolto, ma anche un momento di celebrazione per il talento e la creatività che caratterizzano L’arte della gioia. La passione di Valeria Golino e il suo impegno nella realizzazione di questa serie hanno dimostrato quanto possa essere potente la narrazione cinematografica.

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Fede Petrini

Fede Petrini

Sono Fede Petrini, laureato in lingue e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassionano gossip, programmi TV, cinema e serie TV, che esploro con entusiasmo e curiosità.

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