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Ultimo Tango a Parigi: la pellicola protagonista dello scandalo internazionale

Ultimo Tango a Parigi: il film è protagonista di uno scandalo senza precedenti per quanto riguarda la famosa scena del “burro” dove Maria Schneider sembra essere vittima di una violenza sessuale.

Ultimo Tango a Parigi: l’orrore del cinema mondiale

ultimo tango a parigi
Secondo l’opinione di molti, al film dovrebbero essere sottratti tutti i riconoscimenti ottenuti, perché può essere considerato apertamente come un’offesa a tutti quelli che sono i valori della società contemporanea.
Il mondo del web è indignato dal progetto di Bernardo Bartolucci del 1972, in quanto ha presentato un film estremamente maschilista e al limite di qualsiasi censura.
Al dibattito si sono uniti anche moltissimi grandi personaggi del mondo di Hollywood, tra cui Anna Kendrick, Chris Evans e Jessica Chastain.

Hanno rilasciato dei commenti piuttosto significativi ed è giusto citarli: il primo è di Chris Evans (il protagonista “Captain America”) che ha scritto un tweet in cui dice: “Questo va oltre il disgusto. Mi fa rabbia” e Jessica Chastain che invece si rivolge “a tutte le persone che amano questo film – State guardando una diciannovenne che viene stuprata da un quarantottenne.

Il regista ha pianificato l’aggressione. Mi sento male”. Il dibattito è stato scatenato  da un’intervista avvenuta tra il regista e una trasmissione olandese nel 2013, dove Bartolucci ha ammesso che la diciannovenne Maria  Schneider non era consenziente nel famosissimo sketch del “burro” del film “L’Ultimo Tango a Parigi”.
L’allora 48enne Marlon Brando, che pur essendo un grandissimo attore della scena internazionale, si è macchiato dell’ignobile gesto di violentare quella che allora era solo una ragazzina. Dal 1972 a oggi sono passati parecchi anni, ma ciò non vuol dire che possa essere sottovalutata la gravità di un fatto come questo che in qualche modo merita di essere punito perché decisamente va oltre il limite, e macchia letteralmente il mondo del cinema.

Ultimo Tango a Parigi: pellicola di Bertolucci condannata anche in passato

Non è la prima volta che il film del noto regista si trova al centro di discussioni che diffamano la pellicola. Già nel 1976 il film era stato posto a una rigidissima censura che aveva condannato la pellicola del progetto ad essere bruciata, ma nel 1987 le accuse furono ritirate e il film ritornò in commercio.

Bertolucci cerca di giustificarsi dicendo di : “aver agito in un modo orribile con Maria, perché non le ho spiegato cosa sarebbe successo”. Ogni cosa è stata fatta per ottenere “la sua reazione come ragazza, non come attrice, volevo si sentisse realmente umiliata”.
Senza dubbio il film è stato frutto di un progetto a dir poco malato di due grandi del cinema che sono entrati realmente nei panni di due mostri senza cuore. Hanno agito senza pensare né alle conseguenze psicologiche, né a quelle fisiche che ha dovuto subire l’attrice. Il tutto continua a suscitare un orrore e un’indignazione senza precedenti.

Opere del genere non dovrebbero nemmeno esistere, e poiché esistono, meritano solo di essere dimenticate, nella speranza di non ricommettere il medesimo errore.
Corrado Zocco
05/11/2016

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