Il Trento Film Festival, un’importante manifestazione dedicata al cinema di montagna e di esplorazione, ha celebrato la sua 73esima edizione con un palmarès ricco di opere significative. Quest’anno, il festival ha reso omaggio all’Argentina, premiando il film “Donde los árboles dan carne” di Alexis Franco con la Genziana d’Oro, il riconoscimento più prestigioso della kermesse. Questo evento non solo sottolinea l’importanza della cinematografia argentina, ma evidenzia anche le sfide che affronta in un contesto politico complesso.
La vittoria di “Donde los árboles dan carne”
“Donde los árboles dan carne” ha conquistato il titolo di Miglior Film al Trento Film Festival, un riconoscimento che celebra la creatività e la resilienza di una cinematografia che si distingue per la sua vitalità. Nonostante le difficoltà nel settore culturale, aggravate dalla presidenza di Javier Milei, il film di Franco riesce a emergere, raccontando la storia di un gaucho e della sua famiglia impegnati in una lotta quotidiana contro la siccità e il cambiamento climatico. La pellicola è stata prodotta anche da Roberto Minervini, un nome noto nel panorama cinematografico.
La trama si sviluppa in un contesto di desolazione, dove il protagonista affronta le conseguenze della desertificazione. La giuria del festival ha apprezzato l’approccio intimo e rigoroso del regista, che riesce a mescolare finzione e realtà in un neo-western umanista. Questo film non solo racconta una storia di resistenza, ma invita anche a riflettere sul nostro rapporto con la terra e il tempo.
I premi assegnati al festival
Oltre alla Genziana d’Oro, il festival ha conferito diversi altri premi significativi. La Genziana d’Oro per il Miglior Film di Alpinismo, assegnata dal Club Alpino Italiano, è andata a “Adra” della regista britannica Emma Crome. Questo film esplora temi di comunità e identità attraverso una storia di alpinismo in Galles. La Genziana d’Oro per il Miglior Film di Esplorazione o Avventura è stata attribuita a “All The Mountains Give” dell’iraniano Arash Rakhsha, un’opera che si ambienta tra i contrabbandieri curdi al confine tra Iraq e Iran.
Altri riconoscimenti includono le Genziane d’Argento per il Miglior Contributo Tecnico-Artistico, andata a “Perfectly a Strangeness” di Alison McAlpine, e il Miglior Cortometraggio, assegnato a “Anngeerdardardor” di Christoffer Rizvanovic Stenbakken. Il Premio della Giuria è stato conferito a “The Wolves Always Come at Night” della regista australiana Gabrielle Brady. Infine, il nuovo Premio T4Future è andato al corto animato “Tête en l’air” del francese Rémi Durin.
Le dichiarazioni della giuria e degli organizzatori
La giuria, composta da esperti del settore, ha sottolineato l’importanza del film di Alexis Franco, evidenziando come la sua narrazione affronti temi cruciali come la desertificazione e il cambiamento climatico. Mauro Leveghi, Presidente del Trento Film Festival, ha commentato che il Gran Premio di quest’edizione rappresenta un grido di allerta per la crisi climatica, sottolineando l’importanza di affrontare le sfide globali con coraggio.
Mauro Gervasini, responsabile del programma cinematografico, ha espresso soddisfazione per la varietà delle opere presentate, evidenziando come il festival continui a promuovere storie significative. La vittoria di “Donde los árboles dan carne” non solo celebra la resilienza di una famiglia argentina, ma chiude anche un cerchio con l’omaggio dedicato al cinema argentino in questa edizione del festival.
Il Trento Film Festival si conferma così un’importante piattaforma per il cinema di qualità, capace di affrontare temi attuali e di stimolare riflessioni profonde attraverso il linguaggio cinematografico.
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