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Transumanza: il docufilm che celebra la lentezza e il legame con la terra premiato a Roma

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Un nuovo capitolo della cinematografia italiana si scrive con Transumanza, un docufilm che esplora il valore della lentezza e il profondo legame con la natura. Prodotto dalla Luigi Diotaiuti Foundation e diretto da Giuseppe Ielpo, il film ha recentemente ricevuto il prestigioso Golden Leaf all’Italia Green Film Festival di Roma, un evento di riferimento per il cinema ambientale e sociale. Attraverso una narrazione evocativa, Transumanza riporta alla luce la pratica ancestrale della migrazione stagionale dei pastori, trasformandola in un viaggio simbolico che attraversa il tempo.

Un viaggio tra passato e futuro

Transumanza non è solo un racconto visivo, ma un invito a riflettere sulla nostra connessione con la terra. La transumanza, che rappresenta il movimento delle mandrie da un pascolo all’altro, diventa un simbolo di un modo di vivere che resiste alla frenesia della modernità. Il film non si limita a documentare questa tradizione, ma la trasforma in un’esperienza sensoriale che invita lo spettatore a riscoprire il valore del tempo e della lentezza. Non si tratta di nostalgia, ma di una consapevolezza profonda che ci spinge a rivalutare gesti e pratiche che rischiano di essere dimenticati.

La voce narrante di Luigi Diotaiuti accompagna il pubblico in questo viaggio, creando un’atmosfera intima e riflessiva. Le sue parole non spiegano, ma raccontano, permettendo a chi guarda di immergersi completamente nell’esperienza della transumanza. Attraverso ricordi e emozioni, Diotaiuti riesce a trasmettere il significato di camminare insieme alla terra, rendendo ogni gesto significativo e carico di storia.

La regia di Giuseppe Ielpo e la produzione della Luigi Diotaiuti Foundation

Giuseppe Ielpo, alla regia, costruisce una narrazione che si distingue per la sua intimità e il suo carattere rituale. Ogni scena è pensata per dare peso ai gesti quotidiani e per far emergere le storie di chi vive la transumanza. La produzione, curata da SincroProduzioni in collaborazione con la Luigi Diotaiuti Foundation, riflette l’intento di unire diverse sensibilità artistiche in un progetto che trasforma il cinema in un atto di cura e rispetto per la natura.

La coralità del film si manifesta nei gesti semplici e nell’ospitalità ricevuta lungo il cammino, sottolineando l’importanza della condivisione di un patrimonio culturale che non appartiene solo al passato, ma che è fondamentale per il presente e il futuro. Transumanza invita a riflettere su come la comunità possa dialogare con il paesaggio e con la propria memoria, creando un legame profondo e duraturo.

Riconoscimenti e premi al festival di Roma

La cerimonia di premiazione si è svolta al Teatro Argentina di Roma, durante la serata conclusiva della VI edizione dell’Italia Green Film Festival. Presentata da Vittoriana Abate, Pierre Marchionne, Francesca Rasi e Massimiliano Fuksas, la serata ha visto la partecipazione di nomi illustri del cinema italiano. L’attore Enrico Lo Verso ha consegnato il Golden Leaf a Luigi Diotaiuti, in un momento che ha suscitato una standing ovation tra il pubblico.

La giuria, presieduta dallo scrittore e attivista Sergio Bambarén, ha premiato il film per le sue tematiche legate alla crisi climatica, alle culture rigenerative e ai diritti ambientali. Questi temi sono particolarmente rilevanti in un’epoca in cui il rapporto tra uomo e natura è messo a dura prova. Transumanza si distingue per la sua capacità di affrontare queste questioni in modo sensibile e profondo.

Un invito alla riflessione

Luigi Diotaiuti, ricevendo il premio, ha dichiarato: “Il film è il modo in cui una comunità dialoga con il paesaggio, con la propria memoria, con il futuro”. Questa affermazione riassume perfettamente l’essenza di Transumanza, un’opera che non si limita a mostrare, ma che invita a sentire e a comprendere. In un panorama audiovisivo spesso caratterizzato dalla velocità e dalla spettacolarizzazione, il film sceglie di abbracciare il silenzio e l’essenzialità.

Transumanza rappresenta un atto d’amore per la terra e per le persone che la abitano. Con la sua combinazione di rigore documentaristico e delicatezza poetica, il film offre uno sguardo nuovo su una tradizione che ha molto da insegnare. La Luigi Diotaiuti Foundation, attraverso questo progetto, ci invita a riconoscere la possibilità di un futuro diverso, radicato nella nostra storia e nella nostra identità.

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Luigi Gigli

Luigi Gigli

Sono Luigi Gigli, critico d'arte, scenografo e amante del mondo dello spettacolo. Mi appassiona tutto ciò che ruota intorno a gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Con il mio background in video editing e scenografia, analizzo e racconto con uno sguardo unico le tendenze e i dietro le quinte di questo affascinante universo.

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