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Tom Hanks torna a difendere l’Oscar di Forrest Gump contro Pulp Fiction

Fra meno di dieci giorni potremo ammirare la performance di Tom Hanks in “Elvis”, la nuova pellicola di Baz Luhrmann in cui interpreta il Colonnello Tom Parker, nome d’arte di Andreas Cornelis, il manager del Re del rock’n’nroll. Proprio per questa ragione, la star due volte vincitrice del premio Oscar per il Miglior attore protagonista, nel 1995 per “Forrest Gump” di Robert Zemeckis e nel 1994 per “Philadelphia” di Jonathan Demme, è impegnata nella promozione stampa del film e torna a parlare anche di quell’Oscar tanto discusso del 1995.

Tom Hanks: “merita di essere tra i migliori film di sempre”

Tom Hanks vinse l’Oscar come Miglior Protagonista

In una chiacchierata fatta col New York Times Tom Hanks è tornato a parlare proprio di “Forrest Gump”, il lungometraggio da lui interpretato che, a metà degli anni novanta, ottenne un incredibile riconoscimento di pubblico e non solo: nell’edizione 1995 dei Premi Oscar si portò a casa ben sei statuette, fra cui quella già citata andata a Tom Hanks, quella per il Miglior film e per la Miglior regia.

Una vittoria, quella della statuetta per il Miglior film, che avvenne “ai danni” di acclamate pellicole quali “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, “Le ali della libertà” di Frank Darabont, “Quiz show” di Robert Redford e “Quattro matrimoni e un funerale” di Mike Newell. Ancora oggi, a svariati lustri di distanza, c’è chi sostiene che Quentin Tarantino sia stato defraudato da Robert Zemeckis.

Ed è proprio su questo concetto che parte la difesa di Tom Hanks verso “Forrest Gump”:

Il problema di Forrest Gump è che ha fatto una caterva di dollari. Se Bob ed io avessimo fatto semplicemente un film di successo, saremmo stati dei geni. Ma siccome realizzammo un film d’incredibile successo, diventammo dei geni diabolici. È un problema? No, ma se prendi i libri sui migliori film di sempre Forrest Gump non compare perché “Oh, è questo sdolcinato festival della nostalgia.”

E ancora, il premio Oscar pare essere un fiume in piena

Ogni anno, scappa fuori un articolo tipo “Il lungometraggio che avrebbe dovuto vincere l’Oscar per il miglior film” ed è sempre Pulp Fiction. Che è, senza ombra di dubbio, un capolavoro. Guarda, non so che dirti. C’è un momento d’innegabile e straziante umanità in Forrest Gump nel momento in cui Gary Sinise, il Tenente Dan, arriva con sua moglie, asiatica, presso la nostra abitazione quando Forrest e Jenny si sposano. Io lo guardo e gli dico “Tenente Dan”. Potrei mettermi a piangere anche adesso ripensandoci. Forrest e il Tenente Dan con quattro parole – gambe magiche, Tenente Dan – capiscono tutto quello che hanno attraversato e provano gratitudine per ogni oncia di dolore e tragedia alla quale sono sopravvissuti.

Fonte: The New York Times

Mina Franza

14/06/2022

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