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The Wolfpack – Recensione

  • Regia: Crystal Moselle
  • Cast: Mukunda Angulo, Bhagavan Angulo, Jagadisa Angulo, Krsna Angulo, Narayana Angulo, Govinda Angulo
  • Genere: Documentario
  • Durata: 80 minuti
  • Produzione: USA 2015
  • Distribuzione: Wanted
  • Data di uscita: 22 ottobre 2015

“The Wolfpack”: segregazione, ribellione, conquista graduale della libertà e del mondo da parte di sei fratelli

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Il docu-film racconta la storia della famiglia Angulo, la segregazione domestica subita dai sei fratelli per volere del padre, la loro ribellione, il loro ritagliarsi un ruolo nel mondo. Racconta anche di come per i fratelli l’unico contatto col mondo esterno avvenisse attraverso la visione di centinaia, anzi migliaia, di film, molti dei quali colpivano talmente la loro immaginazione da volerli riprodurre in casa, con tanto di costumi e maschere, realizzate con qualsiasi cosa fosse disponibile, come, ad esempio, le scatole dei cereali, utilizzate per costruire un incredibile costume da Batman.

“The Wolfpack” è il frutto di un incontro casuale, quello tra la regista Crystal Moselle ed i fratelli Angulo, sulla First Avenue, a New York. La Moselle, rimasta incuriosita da questi sei ragazzi coi capelli lunghi, vestiti come i protagonisti de “Le iene” di Quentin Tarantino, che correvano tra la folla, decise di raggiungerli per chieder loro da dove venissero.

“The Wolfpack”: quando la realtà supera l’immaginazione della finzione scenica

I ragazzi, che da poco avevano iniziato ad uscire dalle pareti domestiche in cui vivevano segregati (grazie al coraggio di Mukunda che, approfittando dell’assenza del padre, esce per primo e varca da solo il confine domestico con indosso una maschera di Michael Meyers), scambiarono qualche parola con la regista.

I ragazzi furono curiosi di sapere cosa lei facesse per vivere e, data la loro passione per la settima arte, il fatto che fosse una regista ha permesso alla Moselle di conquistare la loro fiducia. Di qui l’idea di un film su di loro, il permesso di riprendere la vita della famiglia per quasi cinque anni, e di poter accedere persino a quei materiali personali, video amatoriali compresi, che arricchiscono, e non poco, il girato.

“The Wolfpack”: un documentario ben fatto nonostante qualche momento di noia

Il primo docu-film della Moselle è realizzato con arte: addentrarsi nelle viscere di una famiglia così fuori dal comune non è semplice, per così tanti anni poi, lo è ancor meno. La macchina da presa si muove con garbo, senza mai invadere l’intimità dei singoli, con momenti toccanti quando i singoli si confidano davanti alla telecamera.

Nel complesso il girato è forse un po’ troppo lungo, a discapito del ritmo, facendo sorgere qua e là qualche sbadiglio.

Ciò che lascia perplessi piuttosto è la vicenda in sé. Dalle nostre parti, per un ex figlio dei fiori fallito e ubriacone che ha gira l’America con la speranza di diventare una rock star, si stabiliscei a New York, decide di formare una propria ‘razza’, facendo mettere al mondo dalla moglie figli finchè la natura glielo permette, ai quali dare rigorosamente nomi derivanti dal sanscrito e ai quali non tagliar mai i capelli, privandoli di ogni contatto col mondo; forse scatterebbero le manette.

Qui, invece, tutto ciò che i ragazzi subiscono rimane impunito, e anche la regista, per quanto non stia a lei dare giudizi, sembra non distinguere tra vittima e carnefice, troppo pietismo per una madre passiva.

“The Wolfpack”: Festival, sale cinematografiche e televisione

L’opera prima della Moselle, che fra l’altro ha aiutato i ragazzi ad inserirsi nel mondo del cinema, sbarca in Italia con un grande spiegamento di forze, e la vede presente all’edizione 2015 della Festa del Cinema di Roma nella sezione autonoma e parallela Alice nella Città, nella sottosezione Panorama, per raggiungere poi le sale cinematografiche il 22 ottobre.

Il 23 ottobre sarà poi trasmesso sul canale 118 di Sky, Crime+Investigation.

Maria Grazia Bosu

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