La situazione del cinema a Roma sta suscitando preoccupazioni crescenti, con segnali allarmanti che indicano una possibile desertificazione artistica e culturale. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso il suo monito durante la cerimonia dei David di Donatello, sottolineando l’importanza di non cedere a logiche commerciali che trascurano il valore sociale del cinema. A gennaio, Carlo Verdone ha lanciato un allerta riguardo alla Legge Regionale 171, che potrebbe trasformare le sale cinematografiche chiuse in spazi commerciali, minacciando ulteriormente il panorama culturale della capitale.
L’allerta di Carlo Verdone sulla crisi delle sale cinematografiche
Carlo Verdone ha messo in guardia sull’impatto devastante che la chiusura delle sale cinematografiche potrebbe avere sul futuro della cultura a Roma. Secondo l’attore e regista, se la situazione continua su questa strada, nel 2040 non ci saranno più sale aperte. Verdone ha descritto questa eventualità come una “distruzione totale della cultura”, non limitata all’intrattenimento, ma estesa a un aspetto fondamentale della vita sociale. Il suo appello è stato accolto da Valerio Carocci, presidente della Fondazione Piccolo America, che gestisce il Cinema Troisi. Carocci ha evidenziato l’importanza di mantenere viva la cultura cinematografica, ripetendo il suo messaggio prima di ogni proiezione del Cinema in Piazza, dove il pubblico si mostra sempre numeroso.
La questione del rispetto in sala: le parole di Martin Scorsese
Un tema che ha acceso il dibattito è stato il commento di Martin Scorsese, il quale ha dichiarato di non frequentare più le sale cinematografiche a causa del comportamento del pubblico. Questo ha sollevato interrogativi sulla necessità di educare il pubblico a rispettare gli spazi comuni. Valerio Carocci ha risposto a queste affermazioni, sottolineando come il Cinema Troisi abbia lavorato per creare un ambiente in cui le persone possano sentirsi a casa. Ha spiegato che, dopo le proiezioni, gli spettatori si alzano e portano via i rifiuti, dimostrando un rispetto per il luogo. Carocci ha aggiunto che il cambiamento del pubblico, con un’alta percentuale di giovani, porta a un diverso modo di vivere l’esperienza cinematografica, e che questo non deve essere visto come un problema, ma come un’opportunità per rinnovare l’approccio culturale.
La Legge Regionale 171 e le sue implicazioni
La Legge Regionale 171, che sarà discussa in Consiglio l’11 giugno, ha suscitato preoccupazioni tra gli operatori del settore. Questa normativa prevede la possibilità di riconvertire le sale cinematografiche chiuse in spazi commerciali, senza vincoli di destinazione d’uso. Carocci ha spiegato che questa legge potrebbe portare a una distorsione economico-urbanistica, compromettendo l’equilibrio tra le diverse destinazioni d’uso delle cubature in città. Roma, con le sue 50 cubature abbandonate, rischia di perdere ulteriormente il suo patrimonio culturale.
L’importanza di preservare le sale cinematografiche
La crisi delle sale cinematografiche non è solo un problema dell’industria del cinema, ma riflette una mancanza di visione politica per il futuro della città. Carocci ha evidenziato come la politica debba assumersi la responsabilità di progettare una Roma che non solo preservi le sale cinematografiche, ma che offra anche spazi per la socialità e l’incontro. La chiusura delle sale non è solo una questione di economia, ma di identità culturale. Se i privati decidono di chiudere le sale per attendere una riconversione più redditizia, si rischia di perdere un’importante parte della vita sociale della città.
Un modello da seguire: l’esempio di Parigi
Carocci ha citato l’esempio di Parigi, dove sono stati sviluppati spazi ibridi, noti come “tiers-lieux”, che offrono opportunità di socializzazione e cultura. Questi luoghi, teorizzati dal sociologo Roy Oldenburg, rappresentano un’alternativa alla casa e al lavoro, mantenendo un reddito grazie a investimenti pubblici. Roma potrebbe trarre insegnamento da questo modello, creando spazi che uniscano cultura e socialità, piuttosto che permettere la riconversione delle sale in spazi commerciali.
La necessità di un cambiamento politico
La politica ha un ruolo cruciale nel determinare il futuro delle sale cinematografiche e degli spazi sociali a Roma. Carocci ha sottolineato che le decisioni devono essere orientate verso l’interesse collettivo, piuttosto che quello dei privati. La Legge Regionale 171, se approvata, potrebbe aprire la strada alla chiusura di ulteriori spazi culturali, riducendo drasticamente le opportunità di intrattenimento e socializzazione nella capitale. La sfida è quella di trovare un equilibrio tra le esigenze economiche e la preservazione del patrimonio culturale, affinché Roma possa continuare a essere un centro vitale per la cultura e l’arte.
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