Eco Del Cinema

Recensione “Drops of Gods”: la nuove serie Apple Tv+ adattata dal manga di Tadashi Agi

Drops Of God è una serie dramedy in lingua franco-giapponese prodotta da Legendary Entertainment. Composta da otto episodi da un’ora circa l’uno, la serie vede come attori protagonisti Fleur Geffrier, nei panni di Camille, e Tomohisa Yamashita, nei panni di Issei Tomine. Si tratta di un adattamento dall’omonima serie manga giapponese creata e scritta da Tadashi Agi.

Scritto e ideato da Quoc Dang Tran, diretto da Oded Ruskin e prodotto da Klaus Zimmermann, il prodotto uscirà sulla piattaforma Apple Tv+ il 21 Aprile con i primi due episodi sottotitolati. A seguire verrà pubblicato un episodio a settimana fino al 2 giugno. La storia vi porterà all’interno del mondo della gastronomia e dei vini pregiati seguendo la vita di Camille, la figlia di un importante degustatore morto all’età di 60 anni.

Indice

Drops of God – tutte le informazioni

Drops of God

Trama

La storia è ambientata nel mondo della gastronomia e dei vini pregiati appena scosso dalla grande perdita di Alexandre Leger, figura emblematica dell’enologia e padre di Camille. Quest’ultima, dopo essere stata chiamata dal padre in punto di morte, si reca a Tokyo per vederlo ma è troppo tardi. Viene però a scoprire che il padre le ha lasciato in eredità una grandissima collezione di vini ma, per ottenerla, la donna dovrà competere con l’allievo dell’uomo, il giovane Iseei Tomine. Visto il grande talento di Camille a riconoscere gli odori, il duello sembrerebbe già avere un vincitore, ma non così, visto che la donna non può bere vino da quando è piccola a causa di un forte trauma.

Crediti

  • Uscita: 21 Aprile
  • Produzione: Legendary Entertainment
  • Sceneggiatura: Quoc Dang Tran
  • Stagioni: 1
  • Episodi: 8
  • Durata: c.ca 60 min
  • Genere: dramedy
  • Adattato dal manga di: Tadashi Agi
  • Attori: Fleur Geffrier, Tomohisa Yamashita

Recensione

Drops of God si apre facendoci conoscere Camille, il personaggio principale della serie. Figlia del migliore enologo esistente, è stata educata fin da piccolissima a imparare e classificare qualsiasi tipo di odore per diventare poi una degustatrice di vini. Fin da subito la serie ci pone davanti al tema centrale: il rapporto padre e figlia.

Drops of God

A seguito di un brutto incidente dovuto all’aver ingerito troppo vino, la piccola Camille viene portata di urgenza in ospedale ma attribuisce tutte le colpe a suo padre. Dopo l’accaduto, lui e la madre si separano e la bambina non saprà più nulla di lui, fino alla sua morte. La prima cosa che arriviamo a pensare è che sia stato un padre completamente assente per sua figlia, ma non è così. Proprio nei primi episodi, la ormai giovane donna verrà a scoprire che è stata proprio sua madre a chiedere al padre, fingendosi lei, di non farsi più sentire. Richiesta che ha portato i due a separarsi per anni.

Già nel primo episodio iniziano a delinearsi le storie dei personaggi, in un continuo alternarsi di passato e presente. Conosciamo subito Iseei, l’allievo prediletto del padre che viene scelto per la sua eredità. Ma si tratta davvero soltanto di un figlio spirituale? O è qualcosa di più? Una domanda che viene spontanea, considerando la scelta del grande enologo, e a cui ci verrà data una risposta durante la serie.

Intorno a Camille e Isee ruotano poi i personaggi secondari, come sua madre e l’amico dell’infanzia che la protagonista ritroverà tornando a Tokyo, o la famiglia di lui, scossa da litigi e disfunzioni interne. Quel che è evidente, fin da subito, è come però questi personaggi manchino di un background che li caratterizzi e li renda interessanti. Questo li porta a risultare, nel loro complesso, piatti, facendo perdere interesse all’osservatore nel corso della storia.

Drops of God

Interessanti i momenti di narrazione del passato grazie alla quale sono stati svelati aspetti nascosti, come la relazione tra la mamma e il padre di Camille, ma, nel complesso, risultano relegati a una piccola parte della serie, forse troppo.

Altra nota stonata nella serie sono i momenti dedicati alle parti “tecniche”. Le scene dedicate agli esercizi di Camille e alle degustazioni risultano eccessivamente lunghe e noiose: sarebbe stato interessante averle ma in quantità minori, non stiamo sicuramente seguendo un corso per degustatori, no?

Giudizio e Conclusioni

Nonostante la serie parta bene, tutto si perde già all’altezza della terza puntata. La trama, che si distacca in parte dal manga di origine, appare noiosa e vuota. Lo stesso vale per l’interpretazione da parte degli attori, che risulta priva di espressività e monotona.

Drops of God ci ricorda vagamente la Regina degli scacchi, e no, non è per i capelli rossi della protagonista. In entrambi ci troviamo davanti un’opera che riserva gran parte del suo tempo agli aspetti tecnici. La differenza sostanziale sta però nel fatto che, nella serie Netflix, sono integrati nella narrazione, risultando così scorrevoli e interessanti.

Una serie da cui ci aspettavamo molto di più visto il grande successo del manga da cui deriva ma che invece ci ha deluso. Bella l’idea di una storia che riguardasse il mondo dell’enologia e della gastronomia ma, purtroppo, la trama e la caratterizzazione dei personaggi avrebbero meritato un’attenzione maggiore da parte di produttori e sceneggiatori.

Trailer

Leggi anche: Recensione “Super Mario Bros – il film”: il ritorno al cinema della mascotte più famosa dei videogiochi

Articoli correlati

Condividi