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Pierluigi Diaco al Festival di Dogliani: “Vorrei una versione di ‘Non è La Rai’ con donne over 70”

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Al Festival della Televisione di Dogliani, Pierluigi Diaco ha condiviso riflessioni personali e professionali, rivelando il suo desiderio di realizzare un progetto innovativo. L’evento ha visto la partecipazione della giornalista Chiara Maffioletti, che ha condotto un’intervista profonda e toccante, incentrata sulla carriera e sulle esperienze di vita del noto conduttore.

L’importanza di governare l’ego

Durante l’intervista, Diaco ha parlato dell’importanza di gestire l’ego, un insegnamento che ha acquisito nel corso della sua carriera. “La cosa che ho imparato di più nella mia vita professionale è governare l’ego“, ha affermato, sottolineando che questo processo è stato supportato da un intenso lavoro su se stesso, che ha incluso l’uso di psicofarmaci e terapie individuali e di gruppo. Non ha esitato a chiedere aiuto, un gesto che considera fondamentale per affrontare le sfide personali e professionali.

Il conduttore ha trascorso trent’anni lavorando al fianco di Maurizio Costanzo, un’esperienza che ha influenzato profondamente la sua visione del mondo dello spettacolo. Ha espresso la sua volontà di non diventare come alcuni dei personaggi che apparivano sul palco del celebre conduttore, persone che si concentravano esclusivamente su lavoro e ascolti, trascurando la propria vita personale. Diaco ha messo in evidenza l’importanza di mantenere un equilibrio tra vita professionale e benessere interiore.

Le sfide della carriera e la lotta contro la depressione

Ripercorrendo i momenti più difficili della sua carriera, Diaco ha rivelato di aver commesso l’errore di pensare che il successo potesse colmare le sue ferite interiori. “Nei primi quindici anni di carriera, ho avuto la presunzione di credere che il successo facile potesse sostituire le mie ferite del cuore”, ha dichiarato. Ha condiviso la sua esperienza con la depressione, un tema spesso stigmatizzato, e ha sottolineato che questa condizione può colpire chiunque, indipendentemente dal proprio status professionale.

Il conduttore ha descritto il dolore di affrontare la depressione mentre gli altri lo vedevano come una figura di successo in televisione. “So cosa significa attraversare il buio quando chi ti sta accanto ti dice ‘ma come, lavori in tv!'”, ha detto, evidenziando la necessità di prendersi cura del proprio benessere mentale, specialmente in un’epoca in cui l’ego sembra prevalere.

Un progetto innovativo: ‘Signora Mia’

Oltre alle riflessioni più serie, l’intervista ha anche rivelato il lato creativo di Diaco. Ha sorpreso il pubblico esprimendo il desiderio di realizzare una nuova versione di ‘Non è La Rai’, dedicata a donne di età superiore ai settant’anni. “Mi piacerebbe fare una versione di ‘Non è La Rai’ con donne dai 70 anni in su”, ha dichiarato, indicando che il programma potrebbe essere annunciato nei prossimi palinsesti Rai a fine giugno.

Il progetto, intitolato ‘Signora Mia’ con il sottotitolo ‘L’età lo consente’, mira a celebrare la bellezza e la saggezza delle donne più mature in un contesto televisivo che spesso mitizza la gioventù. Diaco ha già depositato il format alla SIAE e ha espresso la sua gioia nell’invecchiare, sottolineando che il suo obiettivo è dare visibilità a figure femminili che spesso vengono trascurate dai media. Con questo progetto, il conduttore intende rompere gli stereotipi legati all’età e promuovere una nuova narrazione che valorizzi l’esperienza e la vitalità delle donne anziane.

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Giulia Barone

Giulia Barone

Sono Giulia Barone, un'appassionata di cinema che ama esplorare il mondo del grande schermo. Condivido recensioni, curiosità e riflessioni sui film che mi hanno emozionata, dai classici intramontabili alle ultime novità. Seguo con grande interesse i programmi tv e il gossip.

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