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Parlami di Lucy (2017)

Recensione

Parlami di Lucy – Recensione: Giuseppe Petitto dirige il suo primo lungometraggio, un dramma psicologico dalle molteplici fisionomie semantiche

Parlami di Lucy film

Dopo aver lavorato alla regia e ideazione di molteplici documentari e cortometraggi, con lusinghieri riconoscimenti internazionali, Giuseppe Petitto segna il suo esordio alla regia con “Parlami di Lucy”, un’opera intimistica fortemente complessa che indaga la psicologia di una famiglia nella quale i disturbi mentali sembrano associarsi a una fenomenologia paranormale altrettanto estraniante.

Nicole, interpretata dalla bella Antonia Liskova, vive in una casa isolata sulle Alpi insieme alla figlia Lucy, di otto anni, interpretata da Linda Mastracola. Il film ruota completamente intorno al loro rapporto. La madre vive il tradimento del marito come una tragedia insormontabile, la sua personalità nevrotica, ipercontrollata unita a una propensione per l’alcolismo, genera paranoie che non consentiranno mai allo spettatore di capire se i fenomeni irrazionali che coinvolgono la casa e i suoi occupanti siano reali o immaginari.

Si tratta diremmo quasi di un film gotico, i paesaggi alpini, ripresi dall’alto rendono perfettamente quel senso di isolamento dei protagonisti ma soprattutto delle loro anime. Gli interni della casa sono quasi sempre molto poco illuminati, persino quando si svolge la festa di compleanno di Lucy.

I volti dei protagonisti emergono in maniera quasi caravaggesca in uno spot di luce circondato dall’oscurità, e soprattutto il volto di Nicole, sul quale la telecamera indugia in lenti e intensi primi piani che non hanno spaventato Antonia Liskova nel dovere sostenere sguardi intensi coi quali comunicare una serie di sentimenti che vanno dalla paura alla frustrazione, per finire con l’angoscia e il terrore.

Anche la giovane Linda Mastracola si adegua degnamente al mood della pellicola nel ruolo della figlia problematica: consapevole della cattiva influenza che la madre sta avendo su di lei, sviluppa una propensione ad un padre idealizzato, nonostante le sue assenze fisiche e genitoriali. Ed anche lei emerge spesso dall’ombra con il suo incarnato cereo, capelli biondi ed un filo di perle al collo, simile a quello indossato dalla madre che, con il procedere della storia, si spezzerà più volte lasciandoci percepire ogni volta altri fallimenti identificativi.

Parlami di Lucy, un ottimo esordio alla regia

Le musiche originali di Theo Teardo accompagnano perfettamente le vicende della storia, ma soprattutto i vari stati d’animo: solitudine, follia, fallimento, nevrosi, fino alle derive lesioniste e autolesioniste dei protagonisti. Dominano suoni nordici, forse ancora più settentrionali delle Alpi, quasi celtici, e spesso associati al sibilare del vento che vorrebbe penetrare nell’abitazione e spazzare via parte del disagio.

Con “Parlami di Lucy”, Petitto realizzato un film autoriale e gliene riconosciamo il merito, si è un poco perso nella lentezza di alcune scene, molte delle riprese indugiano veramente troppo a lungo sull’oggetto considerato, sia quando si tratta di un volto sia quando si tratta di un orsetto di peluche o persino dell’interno di una stanza, a volte buia e che non ci lascia percepire nulla al proprio interno.

Più pertinenti le scene degli esterni, dei cieli con nubi che cambiano velocemente la loro conformazione, delle atmosfere in cui la neve cade delicatamente, o anche dei cieli bianchi che sparano una luce disarmante sui protagonisti, finalmente quasi nudi nella loro anima.

Ottimo esordio alla regia per Petitto, tutto lasciava presagire una lunga serie di altri ottime produzioni da qui a venire, con cordoglio riflettiamo sull’impossibilità che questo avvenga, vista la sua prematura scomparsa.

Marco Marchetti

Trama

  • Regia: Giuseppe Petitto
  • Cast: Antonia Liskova, Michael Neuenschwander, Linda Mastrocola, Mia Skrbinac
  • Genere:  Drammatico, Colore
  • Durata: 84 Minuti
  • Produzione: Italia, Svizzera, Slovenia, 2017
  • Distribuzione: Altre Storie
  • Data di uscita: 19 Aprile 2018

Parlami di Lucy Poster

“Parlami di Lucy” è un film che segue le vicende di Nicole, una donna attenta a controllare la propria vita fin nei minimi dettagli. Lucy, sua figlia, è una bambina di otto anni solitaria e problematica e il marito Roman è un uomo affascinante e più vecchio di lei che in passato mise a rischio il loro matrimonio con un tradimento.

La donna è tormentata da sogni inquietanti e inspiegabili, inoltre delle oscure presenze si manifestano nella loro isolata casa di montagna mettendo così in pericolo la vita di Lucy. Nicole dovrà trovare la forza di mettere in discussione le proprie certezze pur di salvare la figlia, ma ciò che man mano scoprirà la metterà a dura prova.

Parlami di Lucy: il film postumo di Giuseppe Petitto

“Parlami di Lucy” è un dramma psicologico diretto da Giuseppe Petitto, scomparso prematuramente nel 2015 per un incidente stradale. Petitto ha realizzato questa pellicola sofisticata in collaborazione con Antonia Liskova, con cui ha curato la sceneggiatura e il montaggio. La Martha Production insieme a Ventura Film e Gustav Film ha prodotto il lungometraggio di Petitto, che è stato un noto e stimato documentarista conosciuto a livello internazionale e attivo nella produzione di film legati ai diritti umani e per i quali ha ricevuto numerosi premi.

Nel 2012 il regista ha seguito l’ex premier Matteo Renzi nel camper con cui ha attraversato l’Italia durante le elezioni primarie, realizzando così un documentario sul dietro le quinte della campagna elettorale. Il suo ultimo lungometraggio è stato “Augen Zu (Occhi chiusi)”, realizzato nel 2015.

Il film è distribuito nelle sale da Altre Storie.

 

Trailer

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