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Nicole Kidman dietro la produzione di “The Female Persuasion”

Con l’acquisto dei diritti di “The Female Persuasion”, bestseller della scrittrice statunitense Meg Wolitzer, Amazon porterà sul grande schermo una pellicola sul femminismo, declinato in ogni singola sfumatura.

Nicole Kidman e la Blossom Films alla guida del progetto

Nicole Kidman - immaginiSarà proprio la casa di produzione di Nicole Kidman, la Blossom Films, a metter mano nella realizzazione dell’adattamento cinematografico di “The Female Persuasion”. La compagnia, fondata nel 2010 dalla nota attrice australiana, vanta già nel palmarès titoli non indifferenti: quel “The Fang Family” diretto da Jason Bateman e “Big Little Lies“, serie tv rivelazione del 2017, con sedici candidature Emmy all’attivo e otto vittorie complessive.

Un progetto che già ha visto un accordo preliminare tra Amazon e la Blossom Films, e che vedrà la firma di nomi celebri del campo: Lynda Obst (“Contact”), la stessa Nicole Kidman, Per Saari (già produttore esecutivo per “Big Little Lies”). A completare l’opera di trasposizione, Isaac Aptaker ed Elizabeth Berger (stella della serie tv “This is Us“).

The Female Persuasion: lotta femminista nell’America dei primi Duemila

Dopo aver raggiunto la notorietà con opere come “The Wife” (che ha visto nel 2017 una trasposizione cinematografica con Glenn Close) e “The Ten – Year Nap”, Meg Wolitzer scrive un romanzo sentito e urgente.  Sin dalla sua pubblicazione, “The Female Persuasion” si è andato subito ad ascrivere nell’albo delle grandi opere sui diritti femminili, sollevando attenzioni e critiche.

La storia ruota attorno a Greer Kadetsky, studentessa del college molestata sessualmente durante un party. Siamo nel 2006, la coscienza collettiva ancora sopita e lontana dalle vicende contemporanee del Me Too.
La ragazza prova a sollevare scandalo e indignazione, a far nascere un barlume di rabbia e disapprovazione per la violenza, ma viene presa di mira per aver sostenuto pubblicamente i diritti delle donne.

Il molestatore continuerà nelle sue azioni in modo seriale e spregiudicato, certo di essere coperto dall’università stessa: tacito e comune accordo in cui la contiguità tra potere, violenza e sesso maschile sembra più volte suggerita.
Nella giungla di omertà e brutalità, si alzano due voci: Zee, attivista che ha da poco completato gli studi, e Faith Frank, femminista della prima ora.

Simone Stirpe

27/09/2018

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