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Nanni Moretti incanta il pubblico di Cannes con il suo film “Tre piani”

“Tre piani”, il film del regista italiano, in lizza per la Palma d’oro al Festival d’oltralpe conquista il pubblico con ben 11 minuti di applausi a fine proiezione. Alla proiezione per la stampa il film ha diviso la critica.

Tre piani: Moretti per la prima volta realizza un film da un’idea non originale

Tre piani - film

Al suo tredicesimo lungometraggio Nanni Moretti si cimenta per la prima volta in un testo non suo. Adattando, molto liberamente, per lo schermo, il romanzo omonimo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, ne sposta i protagonisti da Tel Aviv a Roma.

“Tre piani” ci porta in un condomino, di tre piani appunto, in apparenza tranquillo come pochi, in vero abitato da famiglie inquiete, cariche di problemi. Come spesso accade le persone tendono a mascherare le loro esistenze per  non lasciar trasparire all’esterno drammi e difficoltà, costruendo un’immagine di sé alquanto lontana dalla realtà. Moretti, grazie ad una narrazione articolata, mette a nudo malesseri del nostro tempo, difficoltà dell’anima che addolorano e rendono complicate le relazioni umane. 

Il film divide la critica ma conquista il pubblico

Tre paini - Scamarcio e Lietti

Undici minuti di applausi alla proiezione col pubblico di “Tre piani”, gli spettatori si alzano in piedi per omaggiare il regista romano. Al suo fianco Margherita Buy, la sua attrice feticcio, da Alba Rohrwacher, Riccardo Scamarcio e Adriano Giannini. Nel cast anche Stefano Dionisi. A vent’anni dalla Palma d’oro per “La stanza del figlio” Moretti torna sulla Croisette con un film intenso. La proiezione ufficiale del film è incastrata, per volere del destino, tra la finale di Wimbledon persa con onore dal nostro Berrettini, e la finale di Euro 2020 vinta dalla nazionale italiana di calcio. Una sorta di trittico italico alla conquista di riconoscimenti che fa ben sperare per “Tre piani”, non dobbiamo infatti dimenticare che Berrettini è già nella storia per essere arrivato in finale.

Il regista racconta di aver fatto molti provini agli attori, tranne a Margherita Buy, che definisce la “Meryl Streep italiana”, capace di recitare qualsiasi cosa. Ha poi spiegato come nel racconto le donne ne escano decisamente meglio “sono più aperte, più sane nelle reazioni ai fatti che accadono, più pronte a risolvere, a mediare, gli uomini invece rimangono incistati, nelle loro rigidità, ossessioni, schematismi, inchiodati ai loro ruoli all’interno della famiglia. E poi le giovani generazioni, diverse dai padri per fortuna”.

Maria Grazia Bosu

12/07/2021

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