Robert Benton, figura di spicco del cinema americano, è scomparso all’età di 92 anni nella sua residenza a Manhattan. La notizia della sua morte, avvenuta domenica, è stata confermata dalla storica assistente e manager Marisa Forzano attraverso il “New York Times“. Benton è conosciuto per il suo contributo significativo al panorama cinematografico, avendo vinto due premi Oscar per i suoi lavori più celebri, “Kramer contro Kramer” e “Le stagioni del cuore“. La sua carriera ha lasciato un’impronta indelebile, fondendo tradizione e innovazione.
La carriera di un maestro del cinema
Nato il 29 settembre 1932 a Waxahachie, in Texas, Robert Benton ha intrapreso un percorso formativo che lo ha portato a studiare alla University of Texas e alla Columbia University. La sua carriera è iniziata nel mondo della scrittura, dove ha collaborato come art director per la rivista “Esquire“. È qui che ha stretto un sodalizio con David Newman, con il quale ha co-sceneggiato “Bonnie and Clyde“, un film che ha rivoluzionato il genere gangster e ha segnato l’inizio della New Hollywood. Diretto da Arthur Penn e interpretato da Warren Beatty e Faye Dunaway, il film ha mescolato l’estetica del gangster movie con l’irriverenza della Nouvelle Vague, diventando un simbolo di un’epoca.
Benton ha continuato a scrivere sceneggiature per altri film significativi, tra cui “Uomini e cobra” , “Ma papà ti manda sola?” , “Oh! Calcutta!” e “Superman” . La sua capacità di unire la tradizione hollywoodiana con un approccio più introspectivo e influenze europee ha reso il suo lavoro unico e riconoscibile.
L’affermazione come regista
Dopo il successo come sceneggiatore, Benton ha fatto il suo debutto alla regia con “Cattive compagnie” nel 1972, un western crepuscolare ambientato durante la Guerra di Secessione. Questo film ha segnato l’inizio di una carriera registica che lo ha visto esplorare vari generi. Nel 1977 ha diretto “L’occhio privato“, un noir malinconico che ha reso omaggio ai polizieschi degli anni ’40. Tuttavia, il suo vero trionfo è arrivato nel 1979 con “Kramer contro Kramer“, un dramma familiare che affronta il tema dell’affidamento di un figlio dopo un divorzio. Questo film, interpretato da Dustin Hoffman e Meryl Streep, ha vinto a Benton due Oscar: uno per la miglior regia e uno per la miglior sceneggiatura non originale.
Cinque anni dopo, nel 1984, ha diretto “Le stagioni del cuore“, un’opera che esplora la vita rurale nel Texas degli anni Trenta. Questo film ha ricevuto l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale e l’Orso d’argento al Festival di Berlino, dimostrando la sua abilità nel mescolare la memoria storica con un lirismo visivo ispirato a Jean Renoir.
Un’eredità cinematografica
Nel corso della sua carriera, Robert Benton ha continuato a spaziare tra generi diversi, dimostrando una versatilità rara. Ha realizzato thriller psicologici come “Una lama nel buio” , commedie come “Nadine, un amore a prova di proiettile” , gangster movie come “Billy Bathgate – A scuola di gangster” e racconti intimisti come “La vita a modo mio” , con Paul Newman. Anche il noir crepuscolare “Twilight” ha mostrato la sua capacità di affrontare temi complessi e sfumati.
La scomparsa di Benton segna la fine di un’era per il cinema americano, ma il suo lavoro continuerà a ispirare generazioni di cineasti e appassionati. La sua abilità nel raccontare storie profonde e significative ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, rendendolo una figura indimenticabile nel panorama culturale contemporaneo.
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