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Monica Vitti: una scomparsa dolorosa dopo anni di lontananza dalla scena

Dopo una lunga malattia è morta oggi all’età di novanta anni l’attrice Monica Vitti, icona di Antonioni. Era da tempo malata di una patologia simile all’Alzheimer. Era accudita amorevolmente dal suo compagno Roberto Russo nella loro casa romana. I due si erano sposati nel 2000 dopo anni di convivenza. L’uomo ha smentito più volte negli ultimi anni la notizia di un ricovero in una clinica in Svizzera. L’ultima apparizione pubblica dell’attrice risale al 2002 alla prima di “Notre-Dame de Paris”, in cui fu intervistata dalla stampa.

Monica Vitti: una lunga carriera per quella che è stata la musa di Antonioni

Monica Vitti addio

Nata a Roma il 3 novembre del 1931 con il nome di Maria Luisa Cecciarelli, Monica Vitti si diplomò alla Silvio d’Amico nel 1953. La gavetta in palcoscenico fu il trampolino di lancio di una carriera cinematografica iniziata con le commedie “Ridere, ridere, ridere” (1954) e “Le dritte” (1958) dove recita accanto alle allora più note Sandra Mondaini e Bice Valori.

Bella ma di una bellezza molto atipica Monica Vitti, nel 1960, iniziò il suo sodalizio artistico e sentimentale con Michelangelo Antonioni con “L’avventura”. Seguirono “La notte”(1961), “L’eclisse” (1962) e “Il deserto rosso” del 1964. La fine della loro relazione segnò anche quella della loro collaborazione. I due girarono molti anni dopo un film tv insieme dal titolo “Il mistero di Oberwald” (1980), ispirato a un dramma di Cocteau.

Successivamente Monica andò a Londra, dove fu diretta Joseph Losey in “Modesty Blaise – La bellissima che uccide”, al quale partecipò anche Rossella Falk. La pausa inglese durò poco.

Icona della commedia all’italiana

La nostra tornò in Italia per diventare un’icona della commedia nostrana. Il suo personaggio, dopo la donna tormentata della fase di Antonioni, è quello della donna un po’ svagata e leggera ma mai superficiale. Negli anni tra il 1968 e 1979 vinse cinque David di Donatello, unica attrice a fare concorrenza ai grandi mattatori come Gassman, Sordi, Giannini e Manfredi.

Tanti i titoli memorabili della sua lunga carriera; basti citare: “La ragazza con la pistola” (1968) di Mario Monicelli; “Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)” (1970) di Ettore Scola con Mastroianni e Giannini; e il drammatico “Teresa la ladra” (1973) di Carlo Di Palma. Diretta da Alberto Sordi ricordiamo: “Amore mio aiutami” (1969); “Polvere di stelle” (1973); “Io so che tu sai che io so” (1982).

Il debutto alla regia arrivò nel 1990 con “Scandalo segreto” premiato con il David di Donatello come Miglior Esordio dell’anno. Le sue apparizioni pubbliche in televisioni divennero in seguito sempre più rare.

Nel 1995 fu insignita, a Venezia, del Leone d’Oro alla Carriera e pubblicò il romanzo “Il letto è una rosa”. Nel 1993 si era raccontata con una autobiografia intitolata “Sette sottane”. Nel 2021 il regista Fabrizio Corallo l’aveva raccontata nel documentario “ Vitti d’arte, Vitti d’amore”, presentato in anteprima alla Festa del cinema di Roma, un omaggio malinconico ad una grande attrice che ha saputo lasciare il segno.

Ivana Faranda

02/02/2022

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