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La trilogia de Lo Hobbit: un viaggio alternativo che avrebbe potuto cambiare il fantasy

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La trilogia de Lo Hobbit, diretta da Peter Jackson, ha segnato un’epoca nel panorama cinematografico, portando sul grande schermo l’universo fantastico di J.R.R. Tolkien. Con un incasso globale che si avvicina ai 3 miliardi di dollari, questi film hanno catturato l’immaginazione di milioni di spettatori. Tuttavia, pochi conoscono il retroscena che ha portato alla realizzazione di questa trilogia e come il progetto avrebbe potuto assumere una forma completamente diversa se Guillermo Del Toro fosse rimasto al timone.

Guillermo Del Toro e la sua visione per Lo Hobbit

Nel 2008, Guillermo Del Toro era stato scelto per dirigere Lo Hobbit, concepito inizialmente come un dittico. Insieme a Peter Jackson e Philippa Boyens, Del Toro si immerse nella vasta opera di Tolkien, dedicando circa 12 ore al giorno alla scrittura della sceneggiatura. La sua visione per il film includeva un uso massiccio di effetti pratici e animatronica, elementi che avrebbero conferito un aspetto unico e fantastico alle creature della Terra di Mezzo. Boyens, in un’intervista del 2012, ha descritto la versione di Del Toro come “decisamente più fantastica”, suggerendo che il regista messicano avrebbe portato un tocco distintivo e innovativo al racconto.

Del Toro iniziò a lavorare su bozzetti e concept art, dando vita a un’interpretazione visiva che avrebbe potuto differire notevolmente da quella di Jackson. La sua capacità di creare mondi immaginari, già dimostrata in opere come Il labirinto del fauno e Hellboy, avrebbe potuto tradursi in una rappresentazione della Terra di Mezzo più fiabesca e stilizzata. Tuttavia, il sogno di Del Toro di realizzare questo progetto si infranse quando, il 31 maggio 2010, annunciò ufficialmente il suo ritiro a causa dei ritardi nella produzione da parte della MGM.

Il passaggio di consegne a Peter Jackson

Con l’uscita di scena di Del Toro, Peter Jackson riprese il controllo della produzione di Lo Hobbit, ma non senza difficoltà. La situazione si presentava complessa: il progetto era già in ritardo e la visione di Del Toro aveva lasciato il segno, rendendo difficile per Jackson adattarsi a una nuova impostazione visiva. Le tempistiche erano estremamente compresse e il regista dovette affrontare una produzione frenetica, caratterizzata da un clima di caos e fretta.

In diverse interviste, Jackson ha rivelato che gran parte delle riprese avvenne senza una preparazione adeguata. Questo approccio ha portato a un prodotto finale che, pur avendo riscosso successo, ha sollevato interrogativi sulla sua coerenza e sulla sua capacità di soddisfare le aspettative dei fan. La mancanza di tempo e di una visione chiara ha costretto Jackson a prendere decisioni rapide, che hanno influenzato il risultato finale.

L’eredità di Del Toro e il futuro della saga

Nonostante la trilogia de Lo Hobbit abbia ottenuto un buon riscontro commerciale, il ricordo della visione di Del Toro persiste. I bozzetti e i concept art rimasti testimoniano un’idea di film che avrebbe potuto essere più audace e originale. I fan spesso si interrogano su come sarebbe stata la saga se Del Toro avesse potuto completare il suo lavoro.

Recentemente, Liv Tyler ha riacceso l’interesse per l’universo tolkieniano, dichiarando che sarebbe disposta a tornare nel franchise. Le sue parole hanno riacceso le speranze di molti appassionati di rivedere personaggi iconici e storie familiari in futuri progetti ambientati nella Terra di Mezzo. La saga continua a vivere, alimentando l’immaginazione di generazioni di spettatori e mantenendo viva la magia di un mondo che ha affascinato il pubblico per decenni.

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Cesare Onda

Cesare Onda

Sono Cesare Onda, redattore appassionato di gossip, serie TV, film e programmi televisivi. Amo raccontare curiosità, analisi e dietro le quinte del mondo dello spettacolo, tenendoti sempre aggiornato sulle ultime tendenze e novità

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