La seconda stagione della serie televisiva “The Last of Us” porta i protagonisti Ellie e Dina a Seattle, dove si trovano coinvolti in un conflitto tra fazioni rivali. La scoperta dei Serafiti, una setta religiosa in guerra con il WLF , aggiunge profondità alla trama e complica ulteriormente il percorso di vendetta di Ellie. Questo articolo esplora i dettagli di questa nuova fase della storia, analizzando il significato del simbolo dei Serafiti e il loro impatto sulla narrazione.
Ellie e Dina: un viaggio verso Seattle
Ellie e Dina intraprendono un viaggio verso Seattle con un obiettivo chiaro: trovare Abby, responsabile della morte di Joel. Dopo aver lasciato Jackson, le due giovani donne si imbattono in un contesto di violenza e brutalità. Durante il loro cammino, scoprono una scena agghiacciante: un gruppo di persone, che sembra appartenere a una setta religiosa, è stato sterminato in un bosco vicino alla città. Questo evento segna un punto di svolta nella loro avventura, poiché Ellie è determinata a vendicarsi e a scoprire la verità dietro la morte di Joel.
Il simbolo che i Serafiti portano sulla schiena è immediatamente riconoscibile per i fan del videogioco, ma per Ellie e Dina rappresenta un mistero da svelare. La loro curiosità e il desiderio di giustizia le spingono a indagare su chi siano questi nuovi avversari e quale ruolo giochino nella lotta che si sta intensificando a Seattle. La tensione cresce man mano che si avvicinano al cuore del conflitto, e la consapevolezza che la loro ricerca di vendetta si intreccia con le dinamiche di guerra tra le fazioni rende la situazione ancora più complessa.
I Serafiti: una setta religiosa in guerra
Il terzo episodio della seconda stagione introduce i Serafiti, una setta religiosa che vive ai margini di Seattle. Questi individui, caratterizzati da un forte senso di comunità e da credenze spirituali, si trovano in conflitto con il WLF, un gruppo militante che cerca di affermare il proprio dominio sulla città. La violenza tra le due fazioni è palpabile, e Ellie si rende conto che la sua ricerca di vendetta non è solo personale, ma si inserisce in un contesto di guerra aperta.
I Serafiti, noti per il loro rifiuto della tecnologia del passato, utilizzano armi rudimentali come frecce e martelli. Questo aspetto della loro cultura è emblematico della loro filosofia di vita, che si basa su una visione utopica post-apocalittica. Il loro simbolo, che suscita curiosità e speculazioni, non ha una spiegazione ufficiale, ma è interpretato in modi diversi dai membri della setta e dai loro avversari. Alcuni vedono in esso un pesce, mentre altri lo associano a una ferita suturata, richiamando il tema della guarigione e delle cicatrici, che ha un forte significato religioso.
Il profeta e le cicatrici dei Serafiti
Il profeta dei Serafiti gioca un ruolo cruciale nella loro storia. Dopo la pandemia causata dal Cordyceps, ha avuto una visione che lo ha portato a fondare la setta, promuovendo ideali di pace e comunità. Tuttavia, la cattura e l’esecuzione del profeta da parte del WLF hanno intensificato il conflitto, trasformando la setta in un gruppo sempre più militarizzato e disperato.
Le cicatrici che i nuovi membri dei Serafiti devono procurarsi durante un rituale di iniziazione rappresentano non solo un segno di appartenenza, ma anche un simbolo della fragilità umana. Queste cicatrici, che rimangono visibili sul viso, servono come promemoria dell’imperfezione intrinseca dell’essere umano. La filosofia del profeta e il suo messaggio di redenzione si intrecciano con la violenza che caratterizza il conflitto tra le due fazioni, rendendo la situazione ancora più complessa per Ellie e Dina.
La presenza dei Serafiti e il loro coinvolgimento nel conflitto di Seattle non solo arricchiscono la narrazione, ma pongono anche interrogativi sulla natura della vendetta e sulle conseguenze delle azioni umane in un mondo devastato. Ellie si trova a dover affrontare non solo i suoi nemici, ma anche le sfide morali e le scelte difficili che la sua ricerca di giustizia comporta.
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