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La mossa del cavallo: Andrea Camilleri alla conferenza stampa del film

Oggi alla sede Rai è stato presentato in conferenza stampa il film tv “La mossa del cavallo” diretto da Gianluca Maria Tavarelli e tratto dall’omonimo romanzo del di Andrea Camilleri. Insieme al regista era presente il rinomato scrittore Andrea Camilleri, i produttori e l’intero cast del film tra cui il protagonista Michele Riondino e Ester Pantano.

La mossa del cavallo: il primo film tratto da un romanzo storico di Andrea Camilleri

Andrea Camilleri scrittore

Eleonora Andreatta, direttrice di Rai Fiction, da inizio alla conferenza stampa sottolineando come ci si trovi davanti ad una “storia fantasmagorica, piena di colpi di scena e in cui nulla è come sembra”. Il romanzo è anche un percorso di formazione per il giovane ispettore dei mulini Giovanni Bovara, interpretato da Michele Riondino, che cresciuto nel nord Italia torna nella sua terra natia riappropriandosi così della lingua e della logica siciliana, così da non soccombere ai tranelli a cui verrà sottoposto dalle personalità del luogo.

Inoltre, Andreatta ricorda come sia stato dato un sottotitolo al film, che potrebbe dare inizio ad una collana partendo dalla radice che è proprio “C’era una volta Vigata”.

Andrea Camilleri esordisce affermando la sua preoccupazione per il successo riscosso dalla serie di “Montalbano”: “Non vorrei che qualcuno venisse sotto le finestre di casa mia di notte gridando Montalbano santo subito”. Durante la conferenza lo scrittore si dice entusiasta di esser definito l’ambasciatore della Sicilia al di fuori dell’isola e sopratutto, non di rappresentarla come la mera terra della mafia: esiste “un’altra” Sicilia.

Alla domanda su come veda i problemi dell’Italia, in vista anche delle elezioni e della campagna elettorale, egli risponde così: “non vorrei parlare della campagna elettorale, in quanto quella a cui sto assistendo non è ne campagna, ne città. Mi sembra di essere rimbeccillito per l’età, poi mi rendo conto che quello che sento è vero. Non me la può chiamare campagna elettorale, questa cosa disgustosa, fatta di false promesse e insulti reciproci. Sarà un litigio tra comari”. Prosegue affermando che la politica ha perso la P maiuscola.

Carlo Degli Esposti, produttore del film con Palomar, espone la sua grande ammirazione per Camilleri e lo ringrazia per la collaborazione portata avanti da 20 anni, prima con Montalbano e ora con i romanzi storici. Egli afferma che è “un onore aver avuto un rapporto di vent’anni”.

Secondo il direttore di Rai 1 Angelo Teodoli, il romanzo di Camilleri rappresenta un pezzettino d’Italia di tanti anni fa e la cui scintilla si è estesa ai giorni nostri. Raccontare quei fatti oggi è perfetto, in quanto il pubblico è pronto ad accettare prima di tutto gli eventi e in secondo luogo il modo in cui la storia del film è stata rappresentata: “in un modo moderno”.

La mossa del cavallo: un western in terra di Sicilia

“Il western in terra di Sicilia” è la chiave di lettura che ha trovato il regista, Gianluca Maria Tavarelli, per poter descrivere in modo moderno “La mossa del cavallo”.

Letto il romanzo di Camilleri, la sua intenzione era quella di restituire l’eccezionalità del racconto. Descrive la lettura come un “salire su una giostra” fatta di scoppiettanti situazioni e personaggi. “Un viaggio su un ottovolante” da cui una volta sceso si è posto la domanda di come rappresentare quella Sicilia di fine Ottocento in cui le persone, come nei migliori spaghetti western, si fanno giustizia da sole in un terra di frontiera.

La risposta è stata appoggiare il genere western al romanzo di natura poliziesca, così da creare un punto di partenza da cui partire per adattare la storia per la televisione. La scelta del cast da parte di Barbara Daniele è risultata azzeccatissima, afferma il regista, poiché ognuno dei membri è riuscito a restituire l’eccentricità dei personaggi cartacei.

Michele Riondino, risponde di sì alla domanda se il recupero del dialetto siciliano da parte del suo personaggio sia stato un espediente. “Diventa un espediente” quando si tratterà di salvarsi la vita. Per Riondino lavorare sul dialetto è un modo di comunicare, di essere, e sopratutto di attitudine.

L’attore afferma che “alla Rai sono impazziti” e che quando vogliono correre dei rischi chiamano lui e aggiunge di amare la Rai quando rischia in questo modo per stare al passo coi tempi. Riondini si riferisce all’impresa di imparare l’accento genovese, di riprendere il dialetto siciliano e sopratutto all’innovazione e alla freschezza del film.

In sala era presente l’intero cast, composto da: Cocò Gullotta, Antonio Pandolfo, Giovanni Carta, Giancarlo Ratti, Maurizio Puglisi, Filippo Luna, Vincenzo Ferrera, Maurizio Bologna, Domenico Centamore, Giuseppe Squillaci, Daniele Pilli, Angelo Libri, Roberto Salemi, Carlo Ferreri e Giuseppe Lanino.

Il film verrà trasmesso in prima serata lunedì 26 Febbraio su Rai 1.

 

Riccardo Careddu

22/02/2018

 

 

 

 

 

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