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La crisi dei Marvel Studios: Tony Gilroy critica la dipendenza dai MacGuffin

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Negli ultimi anni, i Marvel Studios hanno affrontato un evidente calo di popolarità e qualità, suscitando interrogativi tra i fan e gli esperti del settore. La diminuzione degli incassi al botteghino sembra riflettere un disinteresse crescente da parte del pubblico, che si interroga sulle ragioni di questo fenomeno. In un’intervista recente, il regista Tony Gilroy ha offerto una prospettiva interessante, confrontando il suo lavoro su “Andor” con le attuali difficoltà dei film Marvel.

I piani iniziali per Andor

Durante un’intervista con Slash Film, Tony Gilroy ha rivelato che i piani originali per “Andor“, la serie ambientata nell’universo di Star Wars, prevedevano un approccio simile a un buddy-movie, con protagonisti Cassian Andor, interpretato da Diego Luna, e K-2SO, interpretato da Alan Tudyk. Tuttavia, il progetto ha subito una trasformazione significativa, portando alla creazione di una delle serie più acclamate del franchise. Gilroy ha sottolineato l’importanza dell’introduzione tardiva di K-2SO, che ha arricchito la narrazione e ha evitato il rischio di ripetitività nella trama.

L’autore ha spiegato che le versioni precedenti della serie, pur essendo interessanti, presentavano un “difetto fatale“. Se il fulcro della storia è un attacco alla Cittadella già nel primo episodio, la domanda sorge spontanea: cosa accadrà nei successivi episodi? Questa riflessione ha portato Gilroy a considerare la necessità di evolvere la narrazione, evitando di rimanere bloccati in schemi ripetitivi.

La critica ai Marvel Studios

Gilroy non si è limitato a discutere di “Andor“, ma ha anche affrontato la situazione attuale dei Marvel Studios, evidenziando una dipendenza eccessiva dai MacGuffin. Questi espedienti narrativi, che servono a spingere la trama in avanti, sono diventati un elemento ricorrente nei film dell’MCU. Gilroy ha citato il Tesseract, un oggetto chiave in “The Avengers“, come esempio di come i film Marvel tendano a concentrarsi su questi elementi piuttosto che sviluppare trame più profonde e significative.

Secondo il regista, questa strategia ha portato a una ripetitività che ha iniziato a stancare il pubblico. La ricerca costante di oggetti magici o poteri straordinari ha reso i film meno coinvolgenti e ha contribuito alla percezione di una crisi creativa all’interno del franchise. Gilroy ha messo in evidenza come, sebbene i MacGuffin possano essere utili, un uso eccessivo di questi elementi può portare a una narrazione superficiale e poco soddisfacente.

Andor e il futuro della narrazione

La seconda stagione di “Andor” si preannuncia come un’opportunità per approfondire ulteriormente la storia e i personaggi, allontanandosi dalle trappole narrative che hanno afflitto altri franchise. Gilroy ha espresso la sua convinzione che la serie possa continuare a sorprendere e coinvolgere i fan, grazie a una scrittura attenta e a una narrazione ben strutturata.

In un panorama cinematografico in continua evoluzione, la sfida per i Marvel Studios sarà quella di trovare un equilibrio tra l’intrattenimento e la sostanza. La critica di Gilroy potrebbe servire da spunto per una riflessione più ampia su come i franchise di successo possano evitare di cadere nella trappola della ripetitività e dell’eccessiva dipendenza da espedienti narrativi. La qualità delle storie raccontate e la capacità di coinvolgere il pubblico rimangono elementi fondamentali per il futuro del cinema, sia nell’universo di Star Wars che in quello Marvel.

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Giulia Barone

Giulia Barone

Sono Giulia Barone, un'appassionata di cinema che ama esplorare il mondo del grande schermo. Condivido recensioni, curiosità e riflessioni sui film che mi hanno emozionata, dai classici intramontabili alle ultime novità. Seguo con grande interesse i programmi tv e il gossip.

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